L’INTERVISTA – Regionali, il capogruppo di Fi Barelli: “I leader troveranno quadra, ma ci sono fenomeni territoriali che non possono essere ignorati”
“Regionali, i leader presto troveranno la quadra, ma ci sono fenomeni territoriali che non possono essere ignorati”. A dirlo Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera.
I numeri dimostrano che non siete morti, anzi rappresentate un valore che non può essere ignorato. È giusto che la premier ne sia consapevole?
La cosa più importante è la compattezza e la crescita dei risultati da parte del governo. Detto ciò, siamo fortemente attrattivi e questo dovrebbe essere un valore aggiunto per tutta la maggioranza.
Gasparri ha parlato di “giochi complicati” alle regionali. A cosa faceva riferimento?
Quando parliamo di elezioni è sempre tutto complicato. La bravura di una coalizione è risolvere i problemi. Se si riferisce alla Sardegna e alle regionali, i leader presto troveranno la quadra. Ci sono dei fenomeni territoriali, però, che non possono essere ignorati.
Potreste essere intanto i più penalizzati, avendo un passato sui territori che non tutti intendono riconfermare…
Non abbiamo problemi né con la Lega, né con Fratelli d’Italia. C’è rispetto reciproco. È giusto, poi, come accade per le europee, dove ognuno correrà col proprio simbolo o alle amministrative, in cui interferiscono fenomeni territoriali, che possa esserci una sana competizione. É un aspetto positivo, non un problema.
Nel caso in cui Meloni dovesse sposare una maggioranza anti-Ursula, ci sarete?
In questo caso i risultati non sono legati all’Italia, ma ai voti che esprimeranno circa 400 milioni di cittadini europei. Solo quando saranno tolte le schede dalle urne, si capirà che maggioranza è possibile in Europa. Il Ppe, di cui facciamo parte, certamente sarà protagonista. Se fossero sufficienti solo i nostri consensi, quelli dei conservatori e dei liberali ben venga.
Qualora Lega e FdI dovessero intraprendere strade diverse, come vi comporterete?
Meloni farà parte della maggioranza che uscirà dalle urne, pur tenendo presente che i conservatori sono in forte collaborazione con i partiti popolari e su varie tematiche sostengono anche l’attuale maggioranza. La Lega, fino a ora, si è tenuta fuori da meccanismi di governo europeo. Anche qui le esigenze nell’interesse dell’Italia, però, porteranno certamente a una valutazione. Ritengo molto complicato che Le Pen ed estremisti vari abbiano la maggioranza.
Per quanto riguarda il centro, avete escluso in modo definitivo un Terzo Polo guidato da Forza Italia?
Abbiamo una legge elettorale che favorisce il bipolarismo. Lo spazio per i centrini si è rivelato inesistente, non solo per le diatribe che tutti conosciamo. L’ipotesi che Forza Italia formi un Terzo Polo non è mai esistita.
Tajani ci metterà la faccia nella prossima competizione elettorale?
Tajani ha detto che deciderà dopo il congresso nazionale del 23 e 24 febbraio. Ha sollevato, però, nell’interesse del Paese perplessità sulla partecipazione alla competizione dei leader impegnati al governo. In questo modo sarebbero distratti dalla loro attività.
All’interno di Fi, si parla molto di Moratti. Che ruolo avrà l’ex ministro? C’è già una spaccatura con l’attuale classe dirigente?
Assolutamente no! Moratti è entrata in Fi con Berlusconi, è stata in un ministero importante per volontà di questo partito. Moratti, poi, è stata chiamata da Tajani ed è in linea con lui in quanto ricopre il ruolo di responsabile della consulta, organo che ha il compito di supportare il segretario. Non c’è nessuna discrasia, né si possono fare altre valutazioni. Siamo un partito aperto, dove tutti coloro che hanno delle idee e vogliono dare un contributo sono ben accetti.
Ieri si è parlato anche di capitale. La prossima volta sarà in campo ancora un tecnico alla Michetti?
Non sono molto d’accordo con soluzioni di tecnici. C’è bisogno di gente che conosca il territorio e la politica. È presto, comunque, per parlare di Roma.
Tale criterio sarà adottato anche per le europee?
Saranno candidate persone affidabili, che hanno consenso e che conoscono le proprie comunità.
Avrete anche voi un Vannacci o un personaggio dello spettacolo acchiappaconsensi?
Anche nel mondo laico-civile ci sono persone radicate sul territorio, nell’associazionismo e in grado dare un contributo. Non bisogna prendere solo consiglieri comunali o ex parlamentari.
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