Politica

L’INTERVISTA -Nevi (Forza Italia): “Sull’Ucraina non possono esserci ambiguità, così come riteniamo un errore superare il doppio mandato”

di Edoardo Sirignano -

RAFFAELE NEVI PORTAVOCE Fi


“Sull’Ucraina non devono esserci ambiguità, così come riteniamo un errore superare il doppio mandato”. A dirlo Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia.

La guerra continua a dividere la politica. Come comportarsi?

In una situazione sempre più complessa, dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina. Allo stesso modo, però, abbiamo il dovere di capire se ci sono ancora margini per arrivare a una soluzione di pace.

Sul caso Navalny, la Lega viene contestata. Perché?

Non devono esserci ambiguità. Non possiamo accettare il principio per cui un paese democratico e sovrano venga invaso dalla mattina alla sera. La comunità internazionale fa bene a sostenere le ragioni di Kiev. Altrimenti significherebbe cedere a principi fondamentali.

Una linea condivisa dal popolo azzurro, considerando che Forza Italia non è morta, come qualcuno auspicava…

Dopo la morte di Berlusconi, ha prevalso la volontà di continuare a impegnarci per quei valori e obiettivi che il nostro indiscusso leader ha rappresentato. Tajani, poi, è stato bravo a essere coerente con quel progetto. Ciò ha generato sempre più fiducia. Sia in Italia che nel centrodestra, c’è ancora spazio per i moderati. I radicalismi, prima o poi, non andranno più di moda.

Il sorpasso sulla Lega è un primo segnale in tal senso?

I sondaggi vanno presi con le pinze. Non ci interessa superare nessuno, ma recuperare consenso tra Meloni e Schlein. Mi riferisco sia ai moderati che hanno votato centrodestra, sia a quelli che hanno optato per il centrosinistra e ora sono delusi dalla deriva a sinistra di un Pd che riesce solo a inseguire il M5S. Grazie al percorso democratico avviato all’interno del partito, saremo sempre più inclusivi.

Le sembra strano che Todde in Sardegna non vuole confondersi col binomio Conte-Schlein?

Todde sa bene che Schlein e Conte sono più divisivi che altro. Stiamo parlando di un matrimonio finito in partenza. La candidata del centrosinistra, pertanto, preferisce giocarsi le carte dell’autonomia e del regionalismo.

Ritornando a Fi, il congresso non rischia di far riemergere quelle diversità sempre esistite in un partito plurale? Qualcuno parla addirittura di corsa a due fra Moratti e Occhiuto…

Assolutamente no! Moratti è stata coinvolta per l’organizzazione della Consulta. Per quanto concerne la vicesegreteria, invece, hanno dato disponibilità: Occhiuto, Bergamini, Benigni e Cirio. Essendoci quattro poltrone per quattro candidati, denoto massima compattezza e rappresentanza.

Dopo le europee, è ancora possibile un grande polo centrista con Renzi e Calenda?

Vogliamo restare nella coalizione di centrodestra e contaminarla. La nostra strategia non prevede disarticolare il bipolarismo. In tanti ci hanno provato, ma nessuno ci è riuscito. Altrimenti il Terzo Polo non sarebbe naufragato. Ritengo importante, piuttosto, lanciare un appello ai moderati affinché diano un contributo per l’anima liberale, riformista, garantista e atlantista della maggioranza.

Qualche battitore libero, però, c’è anche tra i liberali di destra. Un esempio il sindaco di Terni Bandecchi…

Non siamo interessati a mettere insieme realtà troppo eterogenee. Vogliamo solo lottare all’interno della coalizione affinché le nostre idee non siano più minoritarie.

Le strade con Lega e FdI, intanto, potrebbero dividersi sin da Bruxelles…

Ognuno prenderà la sua strada in Europa. Qui le alleanze si costruiscono su basi programmatiche fortissime. Meloni può convergere col nostro progetto. Per quanto riguarda Identità e Democrazia, il gruppo della Lega, troppe diversità di vedute, invece, ci rendono incompatibili. Chiederemo alle persone di votarci per rinforzare un Ppe sempre più alternativo a quella sinistra, che troppi danni ha generato per l’Italia. L’ultimo è quanto ha causato la protesta degli agricoltori.

Cosa ne pensa, infine, del tanto discusso doppio mandato?

Se ne parla troppo. Sull’argomento, comunque, non devono esserci ambiguità. Riteniamo giusti due mandati, soprattutto quando si tratta di elezione diretta di sindaci e governatori. Per evitare un’eccessiva incrostazione del potere, fondamentale garantire il ricambio generazionale e far crescere un personale politico sui territori, che merita di essere valorizzato. Ne parleremo, dunque, con gli alleati. Detto ciò, non si tratta di una questione che può far cadere il governo.


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