L’INTERVISTA – L’ex dirigente dell’Iri Fierro: “Serve un Terzo Polo che si opponga a quell’Europa che ha distrutto Dc e Psi solo perché non vollero firmare Maastricht”
“Chi è democristiano dovrebbe opporsi a quell’Europa che con Mani Pulite ha distrutto Dc e Psi solo perché non vollero firmare Maastricht e quei trattati che nei fatti hanno penalizzato l’Italia”. A dirlo Antonio Fierro, ex dirigente Iri e presidente del movimento politico Libertas.
Ritiene ci sia ancora spazio per un Terzo Polo?
Anche se non c’è, deve crearselo. Ha il compito delicatissimo di avviare una battaglia contro la dittatura europea che ha provocato troppi danni all’Italia
A chi si riferisce?
A chi nel 1992, con Mani Pulite, ha fatto fuori i due partiti, che avevano governato bene per cinquanta anni e che a quelle politiche avevano preso più di 15 milioni di voti, solo perché il presidente del Consiglio Craxi e il suo ministro Andreotti non vollero firmare il trattato di Maastricht e altre leggi che ci penalizzavano. Questi, infatti, furono contrari a determinati atti perché ritenevano che avrebbero condannato e distrutto la nostra economia. Quello che sta accadendo oggi, d’altronde, vale più di mille parole.
Pur essendo democristiano da sempre, si ritrova, dunque, con quelle destre che ci chiedono di uscire dall’Ue?
Sono del parere che prima di uscire dall’Europa bisogna intraprendere un’azione giudiziaria, chiedendole il risarcimento dei danni fatti dal 1992 a oggi. Sono un democristiano e un moderato da sempre. La Dc, però, che volle l’Ue, sia chiaro ha sempre detto che questa non può fare danni alle nazioni che ne fanno parte.
Tra il Ppe e questi nuovi sovranismi, pertanto, chi preferisce?
Il Ppe l’ha voluto costituire la vecchia Dc. Non è stato fatto da altri, ma con principi diversi da quelli che sono stati applicati. Altrimenti non avrebbe contribuito a distruggere chi gli aveva dato vita, dando la possibilità all’Europa di mettere mano ai nostri tesori. L’Italia, come vediamo in queste ore, ha perso, infatti, sia come ricchezza che come lavoro.
Fino a poco tempo fa il centro è stato rappresentato da Berlusconi. Chi sarà l’erede?
Berlusconi ha cercato di tutelare il popolo italiano e i nostri interessi. Si è trovato, però, contro tutti, a partire dallo stesso Napolitano fino alla magistratura, vero punto nevralgico di ogni problema.
Ovviamente non tutti i togati sono uguali…
Non posso dire ciò, ma gran parte di loro la pensa in un certo modo. Sono stato tra i pochissimi a denunciare penalmente tre giudici.
Moratti, in questi giorni, prova a dare una scossa a quel mondo che prima si ritrovava intorno al Cav. Può essere il profilo vincente per la svolta?
Berlusconi era una mente al di sopra della Moratti e dei vari nomi che vorrebbero prendere la sua eredità politica. La verità è che nessuno può portare avanti la sua linea. Ha avuto un solo problema, lo ripeto: trovarsi tutti contro.
Qualcuno sostiene che la premier Meloni possa essere il futuro della Dc. È d’accordo?
Meloni non può essere la Dc. L’ho votata perché il mio partito alle ultime elezioni non si è presentato e mi sembrava la meno peggio. Deve, però, mettersi in testa che per risollevare l’Italia occorre innanzitutto fare la riforma della giustizia, quella vera. Non serve un’altra Cartabia, che ha incartato il sistema, né quella proposta da Nordio, ostacolato dalla stessa politica.
Perché?
Nel 1996 i parlamentari hanno rinunciato all’immunità. Non avendola più, sono sotto ricatto dei giudici. Questo è il vero motivo per cui non si fa la vera riforma della giustizia.
Tornando alla politica, si avvicinano le europee. Fratelli d’Italia dovrebbe andare avanti con Salvini, che minaccia il governo ogni giorno o provare qualcosa di nuovo con i vari centristi, compreso Renzi?
Renzi se ne stia a casa. Prima faccia un bell’esame di coscienza per i danni che stava facendo al popolo italiano e poi, per carità, ricominci a fare politica, quella reale, non quella che gli consente di risolvere solo qualche suo problemino.
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