L’INTERVISTA – Pd Fina: “La contromanovra di Schlein punta su giovani e povertà. Meloni fa il gioco delle tre carte”
MICHELE FINA POLITICO PD
“La contromanovra di Schlein punta su giovani e povertà, non al Ponte sullo Stretto”. A dirlo Michele Fina, tesoriere nazionale del Partito Democratico.
Schlein sostiene che Meloni fa il gioco delle tre carte. Perché la manovra della premier è indifendibile?
La dichiarazione della segretaria si riferisce all’atteggiamento inconcepibile del Governo sul MES, a partire dal fatto che la premier confonde l’attivazione con la ratifica del trattato, nonché la circostanza che già 26 Paesi su 27 lo hanno ratificato. A questo si aggiunge una manovra di bilancio del tutto insufficiente a far fronte ai reali bisogni del Paese.
Sarà approvata nei tempi dovuti e senza stravolgimenti?
Non sarà approvata, purtroppo, nei tempi giusti ed è davvero un duro colpo alla credibilità del Governo dei “pronti”. La realtà è che tra divisioni nella maggioranza e gravi ritardi nella presentazione degli emendamenti il Paese rischia l’esercizio provvisorio. Hanno rinviato per tre volte l’avvio della discussione parlamentare e siamo in procinto del quarto rinvio: gravissimo
Perché, invece, ritiene la contromanovra della Schlein vincente?
Anzitutto perché la segretaria ha voluto sfidare il Governo sul merito, senza trincerarsi dietro un secco e semplice “no”. Abbiamo voluto mettere in campo proposte che raccontano la nostra idea di Paese, puntando a priorità assolute capaci di incidere concretamente nella vita delle famiglie e delle imprese.
Il Pd sostiene che attraverso la sua finanziaria non aumenta il debito pubblico. Ci spieghi come…
La politica è anzitutto scegliere. Scegliere le priorità e di conseguenza scegliere dove destinare le risorse. Le faccio un esempio su tutti: se invece di destinare 15 miliardi al ponte sullo stretto si destinasse questa marea di risorse a un piano casa per le giovani coppie, per l’edilizia sociale e contro il caro affitti non si farebbe un servizio migliore al Paese?
Su quali punti, invece, si poteva trovare una convergenza con la maggioranza, che poi non è stata trovata?
Mettendo da parte la contrapposizione ideologica il governo avrebbe potuto convergere sulla nostra proposta di salario minimo. Far finta di non vedere che nel Paese quasi quattro milioni di lavoratrici e lavoratori sono poveri è un grave errore. Votare insieme uno strumento per difendere la dignità delle persone avrebbe fatto onore al Parlamento e aiutato concretamente l’emancipazione sociale del Paese.
C’è qualche aspetto che salverebbe di questa finanziaria?
Purtroppo no. E’ sbagliata nella forma e nella sostanza. Giorgia Meloni ha umiliato il Parlamento imponendo ai suoi Parlamentari il divieto di emendare il testo, annullando così qualunque possibilità di confronto con le opposizioni. Nel merito è confusa e dannosa: dalla sanità pubblica alla scuola, dagli errori sulle pensioni alla confusione sul superbonus, è un vero pasticcio.
Con il maxi-emendamento sono stati apportati dei miglioramenti?
Gli emendamenti del Governo rappresentano il tentativo mal riuscito di porre qualche rimedio agli errori commessi. Basti pensare alle scelte sulle pensioni
Bindi sostiene che questo Pd è poco attento sul sociale. È d’accordo?
L’onorevole Bindi ha detto una cosa diversa e condivisibile: Il Pd ha il dovere di ricostruire il campo del centrosinistra e per farlo deve saper coniugare cultura di Governo e capacità di coinvolgere le tante realtà che cercano una rappresentanza politica. Elly Schlein e la sua segreteria lavorano senza sosta in questa direzione.
Nessuna proroga sul Superbonus. Cosa sta succedendo?
Centinaia di migliaia di lavoratori imprese e famiglie rischiano gravissimi danni a causa delle scelte dell’esecutivo Meloni. Le norme sul superbonus avevano certamente bisogno di essere migliorate e corrette, ma il Governo ha preferito affondare la misura per ragioni ideologiche. Non si sono voluti ascoltare gli appelli di imprese, famiglie e lavoratori.
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