L’INTERVISTA – Il comunista Rizzo: “L’antifascismo del Pd fa rivoltare nella tomba i resistenti”
“L’antifascismo del Pd fa rivoltare nella tomba i resistenti. Fascisti sono cento cretini che fanno il saluto romano o chi ha preferito gli interessi dell’alta finanza a quelli di chi non riesce a sbarcare il lunario? Oltre le bandiere non per una poltrona, ma per un’Italia diversa”. A dirlo Marco Rizzo, leader di Democrazia, Sovrana e Popolare.
Il 31% degli italiani non intende recarsi alle urne perché accusa il sistema…
Non ha torto. Metà degli italiani si sta disaffezionando alla politica. Quest’ultima è sottoposta al controllo della grande finanza. È espressione di teatranti al soldo di burattinai, che sono al di sopra e all’esterno del Paese.
Il 16% dei nostri connazionali, invece, non riesce a distinguere destre e sinistre…
Quelle istituzionali e presenti in Parlamento, sui grandi temi, come politica estera, energetica, sociale ed economica, sono totalmente d’accordo. Hanno delle piccole differenze, ma su aspetti poco incisivi. Basta vedere quanto accade sulla guerra. Su pensioni, lavoro e sviluppo, destra e sinistra sono facce della stessa medaglia.
Il Pd, però, esaspera la differenza tra chi è fascista e chi non lo è. Condivide tale strategia?
Bisognerebbe capire cosa è oggi il fascismo. Sono cento cretini che fanno il saluto romano o sono 20mila uccisi a Gaza, il controllo delle multinazionali sulla libertà economica e il licenziamento di persone che non volevano sottoporsi a una norma sanitaria? Questa sinistra si è inventata il fascismo da passerella elettorale. Tale antifascismo, però, fa rivoltare nella tomba i resistenti.
La sorprende che gli stessi dem non vogliono candidata la loro segretaria alle europee?
Schlein è l’espressione omogeneizzata dei nostri giorni. È stata eletta segretaria una che non era neanche iscritta al Pd. Un partito può piacere o meno, ma elegge la propria classe dirigente dall’interno, non mediante un processo mediatico. Ecco il controsenso del Pd.
Fanno bene i leader a metterci la faccia nella prossima campagna elettorale?
Le persone dovranno scegliere senza infingimenti. I leader di partito devono presentarsi, ma un deputato che si candida a fare il parlamentare europeo inganna in qualche modo il suo elettorato.
La sorprende che Meloni sia contestata sul Pnrr?
Ci sono delle priorità nel Paese. Questo Pnrr ha come massimo obiettivo la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale, mentre ha all’ultimo posto la sanità.
Non a caso tornano i viaggi della speranza per curarsi…
Il ministero deve tornare a occuparsi di salute pubblica. La sanità deve tornare a essere centrale e pubblica. Le spese devono essere uguali per tutti, così come i costi. I vecchi difetti della vecchia politica sanitaria sono solo stati divisi equamente fra le Regioni.
A detta di chi ci governa, però, siamo nel tempo delle grandi riforme, dal federalismo al premierato…
Sono tutte armi di distrazione di massa. Nella patria del federalismo, il Veneto, ad esempio, c’è un governatore che si fa promotore di una legge sul fine vita, tra l’altro bocciata.
Come pensate di raccogliere il malcontento?
Il 27 e il 28 gennaio all’Ergife ci sarà il congresso di Democrazia, Sovrana e Popolare. Avremo 2500 delegati. Daremo una soluzione ai problemi dell’Italia. Non pensiamo solo a raccogliere150mila firme (soglia minima di accesso per chi non è già presente in Parlamento ndr), ma a cambiare un Paese nel profondo. Stiamo costruendo una militanza politica che possa farsene carico. Occorrono processi democratici, una sovranità per un mondo multipolare.
Rispetto a tutto ciò, Rizzo e Toscano sono disposti a mettere in soffitta le bandiere?
Il tema non è abbandonare le bandiere, ma renderle efficaci, declinarle in un’apertura generale. La classe lavoratrice, oggi, viene schiacciata, così come il ceto medio. Se li uniamo, però, abbiamo il 90% del popolo, una proposta complessiva.
Non assisteremo, dunque, all’ennesima reunion di compagni?
Nelle nostre liste avremo Francesco Amodeo di Italexit, scioltosi dopo l’abbandono di Paragone, Pino Cabras, fondatore del Movimento 5 Stelle e di Alternativa e Alfio Krancic, vignettista conservatore. Per quanto riguarda la politica estera, invece, avremo sia Giovanni Masotti, storico corrispondente da Mosca, noto per la sua cultura di destra che Stefano Orsi, tra i maggiori esperti di geopolitica di sinistra. Ci sono, poi, il comunista Marco Rizzo e il cattolico Francesco Toscano, cattolico. Non vengono, quindi, abiurate le provenienze, ma piuttosto confermate in una sola declinazione, quella del sovranismo popolare.
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