L’INGRANDIMENTO – Ryanair nel mirino dell’Antitrust
Ryanair ancora una volta nel mirino dell’Antitrust, che ha avviato un’istruttoria nei confronti della compagnia (ormai ex) low-cost per possibile abuso di posizione dominante. Ryanair farebbe leva sulla posizione dominante detenuta nei mercati in cui opera, ossia il trasporto aereo, per estendere il proprio potere anche nell’offerta di altri servizi turistici (ad esempio hotel e noleggio auto) ai danni delle agenzie di viaggio – online e offline – e dei clienti che se ne avvalgono per comprare tali servizi. In particolare, spiega l’Antitrust in una nota, Ryanair da un lato sembra ostacolare l’acquisto – da parte delle agenzie – dei biglietti aerei direttamente dal proprio sito, dall’altro consente l’acquisto degli stessi alle sole agenzie tradizionali via piattaforma Gds a condizioni che risulterebbero di gran lunga peggiorative in termini di prezzo, di ampiezza dell’offerta e di gestione post vendita del biglietto. La condotta di Ryanair, volta a limitare alle agenzie di viaggio la vendita dei biglietti aerei – spesso il primo acquisto effettuato nell’organizzazione di una vacanza e che rappresentano il “punto di accesso” per la vendita di ulteriori servizi – avrebbe effetti non solo sulle agenzie ma anche sui consumatori finali: si determinerebbero infatti condizioni peggiorative sotto il profilo quantitativo e qualitativo e ingiustificate difficoltà nella gestione della prenotazione.
Ryanair di nuovo nel mirino dell’Antitrust
Dal canto loro, le associazioni dei consumatori esprimono soddisfazione per l’istruttoria. Il Codacons annuncia che parteciperà al procedimento in rappresentanza dei consumatori italiani ma invita l’Antitrust ad accelerare sull’indagine aperta lo scorso dicembre proprio dopo un esposto del Codacons che vede coinvolte altre compagnie aeree oltre a Ryanair ed è finalizzata ad accertare distorsioni delle concorrenza derivanti dall’aumento dei prezzi dei biglietti aerei in corrispondenza delle festività natalizie. Assoutenti invece invita l’Antitrust ad estendere le indagini a tutte le pratiche messe in atto dalla compagnia sul fronte delle tariffe al pubblico, mentre l’Aduc ricorda che il vettore irlandese diventato il principale in Italia è stato sostenuto negli anni con diversi fondi pubblici (buona parte di 300 milioni che lo Stato elargisce a diverse compagnie perché operino su aeroporti spesso secondari vanno proprio alla compagnia low-cost) e accusa il governo di mettere delle pezze al tetto tariffario (vale a dire il provvedimento sul caro voli) che rischiano di aggravare la situazione.
Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio spiega che l’Antitrust ha accolto la tesi che la Federazione sostiene da tempo, ossia che la strategia di Ryanair sia quella di escludere gli operatori del turismo organizzato dalla prenotazione e vendita dei biglietti e dei servizi turistici, una politica commerciale tesa a discriminare tra i passeggeri che effettuano l’acquisto diretto dei viaggi sul sito della compagnia e quelli che si rivolgono, per varie ragioni, a intermediari professionali. “Ecco perché l’authority ha definito il possibile abuso di posizione dominante ‘escludente’: si tratta infatti, secondo noi, di un atteggiamento che ostacola lo svolgimento di una concorrenza effettiva nel mercato dei servizi turistici, a danno delle agenzie di viaggi”, spiega il presidente di Fto.
Secondo i dati Enac, emerge che nel 2022 Ryanair è risultato l’unico vettore aereo attivo in 114 collegamenti tra aeroporti nazionali e in 910 collegamenti tra aeroporti italiani ed europei. I collegamenti in cui Ryanair risulta monopolista o detiene una quota di passeggeri superiore al 50% sono complessivamente oltre 190 nazionali e 1.200 tra aeroporti italiani ed europei. A questi dovrebbero aggiungersi i collegamenti operati da Malta Air Ltd.
Intanto il governo ha riscritto la norma sul caro voli per le isole, che aveva innescato una rivolta da parte delle compagnie aeree, Ryanair in testa, con i sindacati che accusano l’esecutivo di aver fatto “marcia indietro”. In un emendamento al decreto Asset, anche per evitare obiezioni della Commissione Ue, l’esecutivo elimina il tetto ai prezzi (200% del costo medio), e affida poteri all’Antitrust che verificherà l’eventuale iniquità del prezzo della compagnia aerea in base ai principi di abuso di posizione dominante e di intesa restrittiva della concorrenza. L’Antitrust potrà aprire un procedimento nei confronti delle compagnie aeree se il prezzo dei biglietti aumenterà del 200% o oltre sulle rotte per le isole: Sicilia e Sardegna, in coincidenza con disastri naturali e nei periodi di vacanza, quando c’è un picco della domanda. Il dl Asset è in discussione al Senato. In tutta risposta, Ryanair, pur plaudendo alle modifiche al dl Asset, ieri ha tagliato altri cinque collegamenti nazionali dalla Sicilia. Al contempo però annuncia cinque nuove rotte internazionali sempre dalla Sicilia.
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