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L’INGRANDIMENTO

di Ivano Tolettini -


Giovinco: la truffa del procuratore sul contratto con gli sceicchi

La parcella per la mediazione milionaria per la cessione della “formica atomica” Sebastian Giovinco dal Toronto agli arabi de l’Al-Hilal, avvenuta ancora quattro anni fa, costa una perquisizione della guardia di Finanza al principe dei procuratori sportivi italiani Claudio Pasqualin e al collega Andrea d’Amico. Scoppia come una piccola bomba sportiva l’apertura dell’inchiesta da parte del pm Luigi Salvadori di Vicenza per l’ipotesi della truffa aggravata su segnalazione di Giovanni Giovinco, padre e manager del figlio 36enne, il quale proprio quest’anno ha appeso gli scarpini al chiodo. L’ha fatto dopo una bella carriera calcistica che passando dalla Juve all’Empoli, quindi per il Parma prima di far ritorno alla stessa Juventus, per poi volare a Toronto e quindi in Arabia Saudita, per concludere lo scorso giugno alla Sampdoria, gli ha permesso di mettere da parte un tesoro milionario. Il caso giudiziario affonda le premesse nel 2019 quando nel gennaio Giovinco, che sotto il profilo economico ha sempre saputo gestirsi molto bene, con il contratto ormai agli sgoccioli in Canada decide si accettare l’offerta dei sauditi dell’Al-Hilal. Anche in questo trasferimento ha come agente il padre Giovanni e si avvale dell’assistenza legale della società “Pdp” (Pasqualin D’Amico Partners). Dopo che per anni i rapporti professionali tra le parti sono stati di reciproca soddisfazione, al momento dell’ultima compravendita sarebbe successo il patatrac. Gli accordi, a dire dei Giovinco, prevedevano l’incasso da parte del giocatore dello stipendio anticipato e quindi il versamento della parcella sia ai procuratori Pasqualin e D’Amico, che al padre-agente. Invece, la “Pdp” avrebbe giocato d’anticipo e avrebbe beneficiato del versamento diretto della propria provvigione di 2,6 milioni di dollari dagli arabi, ma non avrebbe bonificato anche quanto sarebbe spettato a Giovanni Giovinco come appreso dai sauditi. Le parti, come sempre avviene in queste vicende contrattuali, offrono versioni opposte. Pasqualin e D’Amico, che sono assistiti dall’avvocato Eriberto Rosso, spiegano che si tratta eventualmente di una mera questione civilistica e che sono stati sorpresi quando la guardia di finanza di Vicenza si è presentata nelle loro abitazioni e nella sede della “Pdp” esibendo l’ordine di perquisizione, che per i due procuratori sportivi vale anche come avviso di garanzia per l’ipotesi della truffa aggravata. Tra l’altro, dai primi accertamenti la rilevante somma anziché transitare per i conti della “PdP” sarebbe passata per quelli di un’altra società toscana riconducibile ai due professionisti. Quando Giovinco senior ha appurato quella che per lui era una grave scorrettezza contrattuale, dopo avere cercato di raggiungere inutilmente un accordo con Pasqualin e D’Amico, tutelato dall’avvocato Matteo Conz ha presentato la denuncia alla magistratura berica, che ha fatto scattare l’inchiesta. “Si tratta di una vicenda dai contenuti civilistici e nelle sedi opportune sarà chiarita, di certo non c’è stata alcuna violazione degli accordi sottoscritti né tantomeno si tratta di una truffa”, spiega ai cronisti l’avvocato Rosso. Entro breve al pm Salvadori potrebbero essere consegnati gli accordi firmati tra le parti in maniera tale da sgomberare il tavolo penale dai dubbi. Sempre che nel frattempo la parcella contestata non venga versata a Giovinco padre. In quel caso il fascicolo finirebbe in archivio. Come la carriera della “formica atomica”, capace di collezionare anche 23 presenze e 1 gol nella Nazionale tra il 2011 e il 2015, oltre alla vittoria di due scudetti e altri trofei in Nord America. Chapeau.

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