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L’industria del turismo si rinnova con l’intelligenza artificiale

di Angela Arena -


IA Act: l’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sull’industria del turismo

È stato pubblicato in Gazzetta dello scorso 12 luglio: è l’AI Act, il Regolamento Europeo 1689/2024 relativo all’Intelligenza artificiale è ufficialmente legge, dopo un lungo iter partito il 9 dicembre dello scorso anno, quando la Commissione ha accolto l’accordo politico sul tema, introducendo a gennaio 2024 un pacchetto di misure per supportare startup e PMI europee. Entrata in vigore il 1° agosto la normativa, così come il GDPR 679/2016 aspira a creare un quadro giuridico armonico e comune a tutti gli Stati membri finalizzato all’instaurazione di un mercato sicuro nel solco volto alla regolamentazione della pervasiva ondata digitale e conseguentemente alla tutela di quello che risulta il bene più importante in circolazione: l’insieme dei dati personali nel web.

L’accelerazione tecnologica è infatti tale che non è possibile comprendere cosa regolamentare: per questo la nuova disposizione prevede un intervallo temporale, connesso ai tempi di attuazione, che varia dai 6 ai 36 mesi, allo scopo di consentire una modifica in itinere attraverso un’implementazione e un adeguamento graduale, dal punto di vista legale/privacy, per aziende enti e consulenti, con priorità data ai settori a rischio elevato. Sono svariati i settori in cui l’intelligenza artificiale trova applicazione in ambito aziendale, tuttavia, è il comparto turistico quello ad aver sperimentato più cambiamenti e soluzioni digitali, soprattutto dopo la pandemia: secondo le stime di S&P Global, Oxford Economics, IHS Markit e McKinsey & Companye l’utilizzo dell’IA potrebbe apportare un impatto positivo sui ricavi dell’industria globale di turismo e trasporti compreso fra i 180 e i 300 miliardi di dollari. Benchè i campi d’impiego siano molteplici a svolgere un ruolo cruciale nella promozione e democratizzazione delle destinazioni turistiche sarebbero le organizzazioni di marketing territoriale che, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa su piattaforme, volta a modificare e creare contenuti video o immagini, facilitano e velocizzano notevolmente i processi aumentando la visibilità e l’attrattività a livello nazionale ed internazionale.

A beneficiarne in primis sono i consumatori che possono pianificare e ottimizzare l’intera esperienza di viaggio con soluzioni personalizzate, ma anche in base alle destinazioni. Secondo Booking.com in testa si posizionano Austria, Germania e Paesi Bassi, mentre l’Italia si posiziona in fondo alla classifica insieme alla Francia: la strada da percorrere, affinché l’intelligenza artificiale divenga uno strumento popolare appare ancora lunga.È stato pubblicato in Gazzetta dello scorso 12 luglio: è l’AI Act, il Regolamento Europeo 1689/2024 relativo all’Intelligenza artificiale è ufficialmente legge, dopo un lungo iter partito il 9 dicembre dello scorso anno, quando la Commissione ha accolto l’accordo politico sul tema, introducendo a gennaio 2024 un pacchetto di misure per supportare startup e PMI europee. Entrata in vigore il 1° agosto la normativa, così come il GDPR 679/2016 aspira a creare un quadro giuridico armonico e comune a tutti gli Stati membri finalizzato all’instaurazione di un mercato sicuro nel solco volto alla regolamentazione della pervasiva ondata digitale e conseguentemente alla tutela di quello che risulta il bene più importante in circolazione: l’insieme dei dati personali nel web. L’accelerazione tecnologica è infatti tale che non è possibile comprendere cosa regolamentare: per questo la nuova disposizione prevede un intervallo temporale, connesso ai tempi di attuazione, che varia dai 6 ai 36 mesi, allo scopo di consentire una modifica in itinere attraverso un’implementazione e un adeguamento graduale, dal punto di vista legale/privacy, per aziende enti e consulenti, con priorità data ai settori a rischio elevato. Sono svariati i settori in cui l’intelligenza artificiale trova applicazione in ambito aziendale, tuttavia, è il comparto turistico quello ad aver sperimentato più cambiamenti e soluzioni digitali, soprattutto dopo la pandemia: secondo le stime di S&P Global, Oxford Economics, IHS Markit e McKinsey & Companye l’utilizzo dell’IA potrebbe apportare un impatto positivo sui ricavi dell’industria globale di turismo e trasporti compreso fra i 180 e i 300 miliardi di dollari. Benchè i campi d’impiego siano molteplici a svolgere un ruolo cruciale nella promozione e democratizzazione delle destinazioni turistiche sarebbero le organizzazioni di marketing territoriale che, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa su piattaforme, volta a modificare e creare contenuti video o immagini, facilitano e velocizzano notevolmente i processi aumentando la visibilità e l’attrattività a livello nazionale ed internazionale. A beneficiarne in primis sono i consumatori che possono pianificare e ottimizzare l’intera esperienza di viaggio con soluzioni personalizzate, ma anche in base alle destinazioni. Secondo Booking.com in testa si posizionano Austria, Germania e Paesi Bassi, mentre l’Italia si posiziona in fondo alla classifica insieme alla Francia: la strada da percorrere, affinché l’intelligenza artificiale divenga uno strumento popolare appare ancora lunga.


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