Lina Galore, la Drag d’Italia “Il mio sogno? A Sanremo con Elio”
È Lina Galore la vincitrice di Drag Race Italia, la cui terza stagione ha ottenuto un grandissimo successo di pubblico e critica su Paramount+ in Italia e su WOW Presents Plus in tutto il resto del mondo. RuPaul’s Drag Race, il reality show più popolare della storia con 27 Emmy® Awards, è prodotto da MTV Entertainment Studios e dalla media company World of Wonder Production, vincitrice di un Emmy Award.
La nuova stagione della versione italiana è prodotta da Ballandi, con Fenton Bailey, Randy Barbato, Tom Campbell e RuPaul Charles come Produttori esecutivi per World of Wonder.In occasione della finale è stato organizzato presso lo spazio Sala Teatro del Monk di Roma uno Special Event Party, presentato da Edoardo Zaggia e da Alberto Sacco, che ha rappresentato un’imperdibile occasione per celebrare e festeggiare uno dei format di maggiore successo degli ultimi anni. Lina Galore “Out of Drag” è Giovanni Montuori, 34enne di Avellino che vive e lavora a Milano come consulente di strategie di comunicazione e produttore digitale. In occasione dell’incoronazione, la nuova Italia’s Next Drag Superstar si racconta a L’Identità.
Lina, che bilancio fai di questa esperienza? Ti aspettavi di vincere Drag Race Italia?
Sono davvero felice e onorata di aver ricevuto questo titolo che porta con sé una responsabilità enorme. Questo titolo non mi spaventa, anzi mi motiva a fare del mio meglio non solo per me ma per tutti i componenti della comunità LGBTQIA+. Non mi aspettavo di raggiungere questo traguardo ma sarebbe ipocrita non dire che lo sperassi.
Un ricordo in particolare legato alle guest di puntata?
Non dimenticherò mai Sabrina Salerno e Jo Squillo. Questo, perché, la mia prima volta in drag è stata ad una festa di Halloween: insieme alla mia ‘drag mother’ ci siamo vestiti da Sabrina e Jo. Sapendo quanto il drag mi ha cambiato, fatto crescere e reso una persona migliore e vedendo loro due dietro il bancone a giudicarmi, è stato come un cerchio che si è chiuso. Mi sembrava di essere in un sogno.
Secondo te, quali insegnamenti porta con sé Drag Race Italia?
Programmi come Drag Race Italia hanno il potere di far crescere la nostra società. Se c’è una cosa che ho imparato da questo show è che la storia delle persone rende le persone quello che sono. Il modo in cui noi ci comportiamo con le persone intorno a noi può creare o dei mostri o degli eroi. Io ho avuto la fortuna di essere affiancata a persone che sono stati dei veri e propri eroi. Melissa Bianchini in primis, che insieme a Lightning Aurora rappresentavano la comunità trans in questa edizione, ha insegnato quanto sia importante non giudicare nessuno ma, soprattutto, non fondare qualsiasi tipo di giudizio sul pregiudizio. Le persone vanno valutate, più che giudicate, in base a quello che possono fare e consegnare al mondo, piuttosto che per pregiudizi legati al genere, al loro orientamento sessuale o al loro aspetto fisico. Sono tutte cose che ci incatenano al passato e invece per andare verso il futuro queste cose non dovrebbero nemmeno esistere.
Un sogno nel cassetto?
Elio e le storie tese che si riuniscono, partecipano a Sanremo e per le cover chiamano me per cantare il “Gioca jouer” di Claudio Cecchetto.
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