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Liliana e Greta, morti sospette e polemiche: i misteri del Nordest

di Ivano Tolettini -


Liliana e Greta. Due morti più che sospette alimentano polemiche e tensioni a Nordest dove si scava alla ricerca della verità: la prima è della 63enne Liliana Resinovich, ufficialmente suicidatasi sulle colline della città, almeno per la Procura della Repubblica di Trieste che ha archiviato l’inchiesta, mentre il fratello Sergio, la cugina Silvia e l’amico Claudio non credono a questa ricostruzione e hanno affidato ad alcuni professionisti indagini di parte per far riaprire il fascicolo, perché a loro avviso Lilli è stata assassinata. La seconda morte sospetta è della 58enne cantante Greta Spreafico, scomparsa nel Rodigino a Porto Tolle nel giugno 2022 senza che il corpo sia mai stato ritrovato. Per questa tragedia di recente la Procura di Rovigo ha aperto un’inchiesta per omicidio preterintenzionale, distruzione e occultamento di cadavere a carico dell’ex fidanzato e di un conoscente, i quali però sostengono con forza di essere estranei alle ipotesi d’accusa.

LILIANA – Il vedovo Sebastiano Visintin da tre anni, nonostante le indagini si siano concluse con la tesi che la moglie si sia ammazzata, vive con l’incubo del sospetto che una parte dell’opinione pubblica triestina, e non solo, gli ha ritagliato addosso. Fotografo in pensione di 73 anni, aveva sposato Lilli in seconde nozze ed ha sempre ripetuto che la loro unione era felice. Avevano progettato di comprare una seconda casa e nulla faceva presagire il dramma. Per gli inquirenti ha un alibi di ferro. Il giorno della scomparsa della moglie, il 14 dicembre 2021, era impegnato in una escursione con la sua mountain bike come testimoniano una telecamera Gopro installata sul suo casco e le tracce lasciate dal suo telefonino. “Perché mai avrei dovuto volere la fine della donna cui volevo bene?”, ha più volte ripetuto l’uomo finito nel mirino dei parenti di lei. Il corpo di Lilli venne ritrovata il 5 gennaio 2022 in un bosco non molto lontano da dove risiedeva. Il fratello Sergio e la cugina Silvia Radin si sono rivolti all’associazione Penelope, che, con il presidente e avvocato Nicodemo Gentile, si è rivolta all’anatomopatologa Cristina Cattaneo di Milano per una consulenza che induca i Pm a riaprire il caso. La Procura ha raccolto nel fascicolo 2.600 pagine per concludere che Liliana Resinovich si è uccisa, anche se i dubbi rimangono. Come sottolinea l’amico Claudio Sterpin, il quale però è chiamato in causa dal vedovo.

GRETA – Mentre ventisei mesi dopo la scomparsa ci sono due indagati per omicidio preterintenzionale, distruzione e occultamento del cadavere di Greta Spreafico, la rocker di 53 anni di Erba (Como) sparita nel Delta del Po rodigino nel giugno 2022. Si tratta dell’ex fidanzato Gabriele Lietti, e dell’amico giardiniere Andrea Tosi, 58 anni. Quest’ultimo sarebbe stato l’ultimo a vedere viva Greta prima che lei e la sua auto, una Kia Picanto, sparissero. Non si esclude in un canale d’acqua di cui è innervato il Delta. Le ricerche di fatto non sono mai state interrotte. La sparizione potrebbe essere legata alla circostanza per cui la donna era tornata a Porto Tolle, di dov’era originaria la sua famiglia. Infatti stava trattando la vendita a un parente della casa di famiglia che aveva ereditato dal padre. Gli inquirenti nei mesi scorsi avevano riaperto il fascicolo dopo il ricorso presentato dai familiari della Spreafico. In particolare, si sarebbero concentrati sul testamento che Greta avrebbe autografato nel 2021 in cui lasciava al suo ex Gabriele Lietti alcuni terreni e immobili per il valore attorno al milione di euro. Tuttavia, come hanno segnalato agli investigatori i congiunti, tra Greta e Gabriele i rapporti erano stati burrascosi e questa circostanza, tutt’altro che secondaria, è stata rappresentata con indizi alla Procura della Repubblica che, pertanto, presone atto ha riaperto le indagini. I due, però, periodicamente si vedevano. Greta due giorni dopo la sparizione avrebbe avuto un appuntamento dal notaio per vendere a un cugino l’abitazione dei nonni situata appunto a Porto Tolle e, forse, anche per modificare le disposizioni risalenti all’anno prima a favore di Lietti. Quanto alla posizione di Tosi, egli avrebbe riferito fatti ai carabinieri che non li hanno per ora convinti.


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