Esteri

L’Idf elenca i capi di Hezbollah eliminati. Intanto l’Iran sfoggia le sue nuove armi

di Ernesto Ferrante -


Le forze di difesa israeliane (Idf) sostengono di aver “smantellato quasi completamente” la leadership di Hezbollah con il raid aereo di venerdì a sud di Beirut. Un colpo durissimo assestato a poca distanza dal cyber-attacco targato Mossad che ha fatto esplodere i cercapersone e i walkie-talkie dei miliziani sciiti, ferendone centinaia anche in maniera grave.

L’Idf ha postato su “X” una foto in cui appare, in cima alla rete di comando, il Segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah.

Nell’elenco degli uomini del “partito di Dio” uccisi, figurano Ahmed Wahbi, capo dell’unità di addestramento del gruppo ed ex comandante della Forza Radwan, Samer Halawi, comandante della regione costiera e Abbas Muslimani, suo pari grado nella regione di Qana. Eliminati anche i comandanti della regione di Ramim Ridge, Abdullah Hijazi, di quella di Khiam, Muhammad Reda, Hassan Madi, vertice militare nel territorio del Monte Dov, Hassan Abd al-Satar, capo delle operazioni e Hussein Hadraj, numero uno dello staff di Hezbollah.

Ali Karaki e Talal Hamia sono stati nominati al posto di Ibrahim Aqil e Fuad Shukr. Lo ha reso noto il sito saudita Al-Hadath, precisando che i due facevano già parte del Consiglio, che è composto in totale da 7 membri. Karaki guida il comando sud, responsabile delle attività militari nel Libano meridionale, Hamia è a capo dell’Unità 910 che si occupa delle operazioni all’estero.

Il primo ministro libanese Nijab Mikati ha chiarito il motivo dell’annullamento del suo viaggio a New York, dove avrebbe dovuto partecipare alla 79esima Assemblea generale delle Nazioni Unite: “Nessuna priorità al momento è più alta di fermare i massacri commessi dal nemico israeliano”.

“Chiedo alla comunità internazionale e alla coscienza umana di assumere una posizione chiara su questi terribili massacri. Chiediamo inoltre l’adozione di leggi internazionali per neutralizzare i mezzi tecnologici civili dagli obiettivi militari e di guerra”, ha aggiunto.

Mikati ha spiegato che aveva intenzione di essere presente “per aumentare l’azione diplomatica libanese durante i lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, per fermare la continua ‘aggressione’ israeliana contro il Libano e i massacri commessi da Israele”.

Tuttavia, “alla luce degli sviluppi legati agli attacchi israeliani al Libano”, ha deciso di desistere per concordare con il ministro degli Esteri Abdullah Bou Habib, “i temi di un’urgente azione diplomatica in questa fase”.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in una conferenza stampa all’aeroporto Ataturk di Istanbul prima di partire per gli Usa, ha accusato Israele di aver trasformato Gaza “in un campo nazista”. Secondo lui, “le Nazioni Unite hanno la responsabilità di fermare questo genocidio”.

“Interverrò il primo giorno, il 24 settembre, all’Assemblea generale” e “porrò all’attenzione dell’Onu il genocidio di Gaza”, perché “vanno adottate misure congiunte contro il genocidio a Gaza e contro le politiche aggressive di Israele”, ha assicurato Erdogan.

Teheran ostenta grande sicurezza. “Oggi le nostre capacità difensive e di deterrenza si sono sviluppate a tal punto che nemmeno i demoni penserebbero di aggredire il nostro amato Iran”, ha detto il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, in occasione della parata militare nella capitale della Repubblica islamica in ricordo della guerra Iran-Iraq, dove sono stati svelati un nuovo missile balistico e la versione aggiornata del drone kamikaze Shahed 136B.

Il missile Jihad a propulsione solida è stato progettato e prodotto dal ramo aerospaziale delle Guardie Rivoluzionarie e ha una gittata operativa di 1.000 chilometri. Il drone Shahed-136B è invece una evoluzione dello Shahed-136, con un raggio d’azione di oltre 4.000 chilometri.

“Grazie all’unità e alla coesione dei Paesi musulmani, possiamo mettere a posto quell’usurpatore sanguinario e genocida che è Israele, che non ha pietà per nessuno, né per le donne, né per i bambini, né per i giovani, né per gli anziani”, ha concluso Pezeshkian.


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