Attualità

LIBERALMENTE CORRETTO – Il flop dell’infallibile Unione Europea

di Michele Gelardi -


Contrordine compagni, L’infallibile Unione Europea, virtuosa pedagogista che ci assegnava i “compiti a casa”, ha fallito. La veggente non ha visto bene. Lo ha detto Draghi e il coro dei commentatori ha annuito all’unisono. I coristi, adusi a rispettare pedissequamente lo spartito, dall’Alleluia sono passati al De profundis, in un batter di ciglia. Non è più tempo di inni di gloria; punto e basta; non è il caso di fare tante storie. Solo I pochi che non appartengono al coro si interrogano sul perché del cambio repentino di registro e provano a interpretare con spirito critico le parole di Draghi, dalle quali si può evincere che in fondo si tratta di una questione “tipografico-fiscale”. La crisi europea pare risiedere nell’insufficienza delle risorse economiche. Si è investito poco e dunque sono necessari 800 miliardi (annuali) per rimettersi in carreggiata e competere con le tigri asiatiche e l’America.

Ma che problema c’è? Basta stamparli. La tipografia BCE può stampare ad libitum, non essendo vincolata ad alcun obbligo di garanzia aurea o di altra natura, né di rendiconto verso gli Stati nazionali. Ci penserà poi il fisco a farli affluire nelle casse dell’Unione. Non esiste alcun limite alla pressione fiscale e d’altronde i cittadini europei – in testa gli italiani – da lungo tempo accettano mansueti la tassazione più alta del mondo. Dunque, non sarà difficile reperire i salvifici 800 miliardi, con un’accorta manovra tipografico- fiscale. Gli euroburocrati sapranno certamente utilizzarli al meglio e i coristi potranno nuovamente intonare i loro peana. Ma, al di fuori del coro, la questione appare certamente più complessa, non foss’altro perché il fallimento dell’infallibile avrà pure un padre. Ci saranno pure colpe ed errori all’origine del fallimento.

Il flop dell’infallibile Unione Europea

Ridurre tutto a una questione di quantità significa precludersi la ricerca delle cause, ripercorrere la stessa strada e dunque persistere negli errori. Basta pensare che le immense risorse economiche assorbite dai cappotti termici delle case, dalle pale eoliche, dalla auto elettriche e altre amene espressioni del miraggio “zero emissioni”, sono state finanziate con le tasse e sottratte al circuito produttivo, per compiacere la catastrofica ideologia green. Solo l’Europa ha ritenuto di dover salvare il mondo dal global warming, indimostrato e indimostrabile, con misure di questo tipo a carico dei contribuenti. Sui quali, beninteso, ricade anche l’onere economico dei finanziamenti, ritenuti necessari a volgere l’ordine sociale tradizionale, fondato sull’unione coniugale tra un uomo e una donna, costituente una famiglia, nel nuovo ordine del sesso liquido e delle “associazioni temporanee di scopo” (ATS), dirette alla convivenza pseudofamiliare sperimentale, secondo l’ideologia lgbt; o ritenuti necessari per il nuovo ordine “multiculturale”, “accogliente” e “globalista” privo di radici.

L’Europa ha deciso inoltre di pagare una bolletta energetica di costo superiore a quella del resto del mondo per sanzionare, non tanto la Russia, la quale non si è sentita affatto sanzionata e ha continuato a vendere il suo gas, quanto sé stessa, costretta a comprare il gas a prezzo superiore. Si è data carico peraltro di salvare il mondo dalla nuova pestilenza, chiamata Covid, stipulando nottetempo onerosissimi contratti di fornitura con i Big Pharma, mentre gli altri nove decimi dell’umanità hanno continuato a vivere come prima, con effetti “pestilenziali” non superiori. Appesantita da questo fardello, l’Europa arranca, mentre gli altri corrono. Ma non basta: il viandante è ostacolato pure dai lacci alle caviglie. L’Europa primeggia in rigidità delle procedure per la produzione e il commercio dei beni. Il che si risolve inevitabilmente in minor dinamismo economico. Ebbene le radici ideali del fardello e dei legacci si possono riassumere nella finalità pedagogica, che appartiene necessariamente a ogni socialismo e particolarmente al socialsovietismo degli euroburocrati. L’U.E. si è particolarmente impegnata nel compito di insegnare agli uomini come comportarsi per raggiungere il “Bene”; i risultati sono sotto gli occhi di tutti, certificati dalle parole di Draghi. 800 miliardi aggiuntivi, socialsovietici come i precedenti, non potranno che aggravare la situazione.


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