Attualità

L’ex assessore leghista Adriatici verso il processo per omicidio

di Giorgio Brescia -


Massimo Adriatici verso il processo, la Procura della Repubblica di Pavia ha depositato l’avviso della conclusione delle indagini preliminari per l’ormai ex assessore leghista di Voghera circa l’uccisione di Youns El Boussetaoui, il 39enne marocchino senza fissa dimora a cui Adriatici sparò un colpo dopo una lite il 20 luglio del 2021. A seguito dell’ordinanza del tribunale di Pavia letta all’udienza dello scorso 6 novembre, al termine dell’istruttoria dibattimentale, la Procura ha formulato l’accusa di omicidio perché, “in violazione dei doveri del suo ufficio di assessore alla sicurezza del comune di Voghera, cui sarebbe spettata la collaborazione con il sindaco nella specifica attuazione degli indirizzi generali e politico amministrativi del Consiglio nella delegata materia della sicurezza”, Adriatici “svolgeva indebitamente un servizio di ronda armata e di pedinamento di El Boussetaoui Youns”.

El Boussetaoui viene indicato dalla Procura come un cittadino molesto, già soggetto a più segnalazioni in ambito cittadino. Adriatici gli aveva già mostrato l’arma e, “dopo essere stato colpito con una manata al volto che ne determinava la caduta a terra, la perdita degli occhiali indossati e contusioni al volto”, esplodeva al suo indirizzo un colpo d’arma da fuoco con la Beretta calibro 22 che portava con sé, con il colpo in canna e caricata con proiettili che potevano essere utilizzati al poligono di tiro, ma non per difesa personale. Un colpo, evidenzia la Procura, che fu diretto “all’indirizzo del torace di El Boussetaoui, colpendolo all’emitorace sinistro da distanza ravvicinata, cagionandone la morte per shock emorragico acuto”.

Nell’aprile dell’anno scorso il legale di Adriatici aveva fatto sapere di un accordo intervenuto tra il suo assistito e la moglie della vittima, risarcita con oltre 200mila euro, cui è seguita la decisione della donna di non costituirsi parte civile contro di lui. Rifiutato il risarcimento, invece dagli altri familiari della vittima, che hanno confermato l’intento della costituzione nel prossimo dibattimento.


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