Editoriale

L’EUROPA PEGGIORE

di Tommaso Cerno -

Tommaso Cerno


La stangata finale arriva dall’Europa. Era in effetti da un po’ che si occupava solo di farine di insetti e di carni sintetiche. Ci mancava l’ennesima batosta per mettere in ginocchio i Paesi che tentano di tornare alla vita dopo due anni di pandemia e una guerra che non finisce mai e che riempie di miliardi i grossi gruppi che si occupano di armamenti. E’ ormai lontana dalla realtà e diversa da quel sogno nato a Ventotene di cui resta soltanto la scatola. L’Europa non può non accorgersi dei milioni di persone che sta lasciando indietro, sono troppo tecnicamente preparati e riempiti di lobby di ogni genere come un bignè della finanza per non saperlo. Resta soltanto una via possibile: la strada segnata è questa e ce la faranno inghiottire. E’ davvero sbalorditivo immaginare di essere ridotti dallo stato di fondatori a quello di perennemente sanzionati. E’ antistorico un sistema di governo basato solo sulle carte, sulle banche e sulla finanza che finge con arroganza di prendersi cura di te. Probabilmente abbiamo la bocca troppo piena della parola fascismo usata a sproposito per renderci conto che il vero dominio delle nostre vite, che sfiora per alcuni aspetti quello delle antiche dittature, passa oggi attraverso un sistema politico che produce come effetto l’immobilismo dei singoli, delle famiglie, della società nel suo insieme escludendola da buona parte delle conquiste che la democrazia aveva promesso grazie al lavoro. Parola che sentiremo celebrare con retorica fra qualche giorno in occasione della festa del Primo Maggio che ha perso il suo significato di fronte a un sistema che produce precariato, lavori sottopagati, disoccupazione e toglie aspettativa di vita già da quando ancora stai studiando. Questo è l’effetto reale che fa oggi questo groviglio di poteri calati sopra le nostre teste da trattati fuori dal tempo, nel nome dei quali ci produciamo in fantomatiche riforme per salvare un pianeta dove i problemi che vengono portati al centro dell’attenzione pubblica e sulle prime pagine dei giornali corrispondono sempre di più agli interessi economici di gruppi internazionali che trovano nelle leggi il proprio dominio economico e politico sull’intero sistema. Ci saranno le elezioni europee fra circa un anno. E forse saranno l’ultima occasione per tentare la strada democratica che prevede che le scelte siano fatte nel nome del popolo. Quel popolo che oggi sta pagando di tasca propria il governo durato decenni, scelte dilettantistiche spacciate per provvedimenti di sicurezza pubblica che hanno messo in ginocchio l’Italia ai tempi del Covid. E questa guerra che ormai solo un imbecille può davvero pensare che sia legata ai fatti del 24 febbraio. Non bastasse tutto questo, l’atteggiamento dei Paesi europei nei confronti dei veri temi planetari di quest’epoca si richiudono nell’interesse particolare. Per cui passiamo per l’assurdo di un’Italia che finora è stata l’unico Paese d’Europa ad affrontare davvero, con mille errori e milioni di euro di sprechi, l’allarme migrazioni che cresce ogni giorno, trattata come il cattivo. Mentre la Francia dall’alto della sua democrazia riconosciuta in tutto il mondo nella figura del presidente Macron è messa a ferro e fuoco da una guerra civile per le riforme che il popolo francese ritiene fatte contro i suoi diritti e non appena pensa di dover davvero intervenire nella gestione degli sbarchi manda centinaia di agenti di polizia a presidiare quei confini che in realtà, nei trattati dell’Europa, non esistono più. Si tratta di bugie che avranno le gambe corte perché chi crede davvero nella democrazia sa che a un certo punto la misura è colma. E che quella gente bistrattata e sfruttata potrà decidere di cambiare, anche se adesso sembra qualcosa di più grande di noi. E lo farà proprio nel nome di quella libertà che l’occidente rivendica e difende a parole, non rendendosi conto che nei fatti la sta riducendo a un ricordo passato.

Torna alle notizie in home