L’Europa indossa la mimetica e rastrella risorse per la guerra
Strasburgo segue ancora una volta a ruota Bruxelles ratificandone le decisioni. Passano le risoluzioni per il riarmo e il supporto all’Ucraina. Sostegno anche all’accordo di Gedda tra Kiev e Washington. Tutto è compiuto. L’Ue indossa l’elmetto e sceglie l’economia di guerra.
Il Parlamento europeo “accoglie con favore il piano ReArm Europe” e sostiene il Libro bianco sulla Difesa, che invita i 27 Stati membri a muoversi con urgenza per garantire la sicurezza europea, rafforzando le collaborazioni con partner affini e diminuendo la dipendenza da Paesi terzi. La risoluzione che chiede “risposte ai rischi esterni simili a quelle in tempo di guerra”, è stata approvata con 419 voti a favore e 204 contrari. Gli astenuti sono stati 46.
Via libera con 442 sì, 98 no e 125 astensioni anche al documento “sull’incrollabile sostegno dell’Ue all’Ucraina, dopo tre anni di guerra di aggressione della Russia”, al cui interno è passato anche un emendamento che “accoglie con favore la dichiarazione congiunta dell’Ucraina e degli Stati Uniti a seguito del loro incontro nel Regno dell’Arabia Saudita dell’11 marzo 2025, che comprende la ripresa dell’assistenza militare e della condivisione di intelligence da parte degli Stati Uniti, nonché una proposta per un accordo di cessate il fuoco di 30 giorni; ricorda che un cessate il fuoco può essere uno strumento efficace di sospensione delle ostilità solo se l’aggressore vi aderisce pienamente; si aspetta pertanto che la Russia lo accetti e lo segua cessando tutti gli attacchi alla popolazione civile, alle infrastrutture e al territorio ucraini”.
Nessuna brutta sorpresa per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che, di fronte alla plenaria dell’Eurocamera, il giorno prima aveva presentato il suo piano di riarmo per mobilitare fino a 800 miliardi di euro per la Difesa, assicurando che “se scateniamo il nostro potere industriale, possiamo ripristinare la deterrenza contro coloro che cercano di farci del male”.
La Commissione è disponibile a “usare ogni singola leva finanziaria a disposizione per rafforzare e accelerare la produzione di difesa”. “Con il piano ReArm Europe, possiamo mobilitare fino a 800 miliardi di euro”, ha garantito l’ex ministro della Difesa tedesco.
Evidenziato il “livello di consenso sulla difesa europea che non solo non ha precedenti, ma era del tutto impensabile solo poche settimane fa”. Previsto l’utilizzo dei fondi di di coesione per la lista della spesa bellica. “Gli Stati membri avranno la possibilità di reindirizzare alcuni dei loro fondi non impegnati – ha precisato infine von der Leyen – verso progetti legati alla difesa. Potrebbe trattarsi di infrastrutture o di ricerca e sviluppo. Si tratta di una scelta volontaria”.
La “Fuhrer Ursula sta mobilitando tutti per rimilitarizzare l’Europa”, ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in un’intervista a tre blogger americani ripresa dall’agenzia Tass.
A Mario Naufal, Larry Johnson e Andrew Napolitano, Lavrov ha fatto notare che per il piano sono previste “somme di denaro inimmaginabili”. “Molti pensano, ha proseguito il ministro, che questo sia un trucco per distrarre l’attenzione della popolazione dalle decine e centinaia di miliardi di euro che sono stati spesi ai tempi del Covid e nell’assistenza all’Ucraina senza controlli appropriati. È una discussione che è stata sollevata”.
Non solo votazioni. I ministri della Difesa di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Polonia si sono incontrati a Parigi con l’impegno di muovere passi concreti per potenziare la difesa europea e fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina.
Il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov è stato invitato a partecipare a un primo summit per discutere degli aiuti necessari al suo esercito. “Le nazioni europee si stanno facendo avanti”, ha affermato il segretario alla Difesa britannico, John Healey. “Approfondendo la nostra cooperazione in materia di difesa, aumentando le spese e rafforzando la nostra forza collettiva, inviamo un messaggio chiaro: non esiteremo a stare al fianco dell’Ucraina e a difendere i nostri valori condivisi”, ha spiegato Healey.
Francia e Gran Bretagna, le due potenze nucleari europee, stanno lavorando da settimane per raccogliere e coordinare il sostegno europeo a Zelensky. Alle riunioni, tenutesi presso l’ex ospedale militare di Val-de-Grace nella capitale francese, avrebbero dovuto partecipare anche funzionari dell’Unione Europea e della Nato.
Il vertice è iniziato 24 ore dopo che 34 capi dell’esercito, provenienti dai Paesi della Nato, dal Giappone e dall’Australia, si sono visti nella stessa città per dei colloqui da cui sono state intenzionalmente escluse le controparti statunitensi.
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