Altro giro, altro matrimonio: l’Antitrust tedesco benedice la Santa alleanza tra Leonardo e Rheinmetall. I due colossi potranno, finalmente, mettere su la loro joint ventur, Lrmv (Leonardo Rheimetall military vehicles) che avrà sede a Roma. L’obiettivo è la commessa del Ministero della Difesa italiano che imporrà, per la regolarità dell’affidamento, che il 60% della produzione avvenga in Italia. L’alleanza sembra già decisa: Leonardo si occuperà dei sistemi elettronici di difesa, i tedeschi invece ci metteranno le piattaforme del tank Panther e del mezzo blindato Lynx: “Le attività di Rheinmetall e Leonardo sono complementari; non ci sono sovrapposizioni significative nelle loro attuali attività commerciali”, ha affermato l’Antitrust tedesco ribadendo la centralità dell’appalto e la necessarietà della collaborazione tra le due aziende. Con questa intesa, l’asse economico e produttivo tra Italia e Germania si arricchisce di un nuovo, interessantissimo, capitolo. Dopo il matrimonio più o meno accidentato, ma giunto finalmente a conclusione, tra Ita e Lufthansa. La Germania, che rischia grosso, trova requie e intese con l’Italia. Che, a sua volta, non può fare a meno del dialogo con le imprese tedesche. Un’intesa, dunque, che fa bene a tutti. Ma che, su qualche ambito, non sembra ingranare. È il caso di Commerzbank che, ancora, resiste all’avanzata di Unicredit. E che, secondo le notizie circolare nelle scorse ore e riportate dal Financial Times, potrebbe dare il via a un piano di licenziamenti per contrastare l’offerta italiana. Un tentativo, da parte del nuovo Ceo Bettina Orlopp, di dimostrare agli azionisti che si può ritrovare redditività anche senza offrirsi agli italiani. Ma pagando un prezzo, in termini di occupazione, pesantissimo.