Lega, l’operazione “centro” per ridefinire la coalizione
Nuovo corso, strada collaudata. O meglio, ricalcata storia, di accordi, di intese e di allargamenti. Matteo Salvini sta girando intorno al perimetro della sua Lega, spingendo il partito sempre più verso il centro e a tutta quell’area sì moderata, ma anche ammiccando – secondo alcune indiscrezioni – a liberali e riformisti.
Una strategia che ricalca lo schema di Silvio Berlusconi nella costruzione del centrodestra, utilizzando protocolli d’intesa e accordi federativi per rafforzare la sua posizione all’interno della coalizione. L’obiettivo? Ricomporre l’area centro- riformatore sotto l’ombrello del Carroccio e, possibilmente, ridefinire gli equilibri parlamentari. E non si tratta di semplici operazioni di facciata. Alcune di queste intese vanno a rappresentare dei veri e propri atti federativi. E gli accordi potrebbero avere conseguenze anche a livello parlamentare. Un esempio, non più di un anno fa, è stato il patto per le elezioni Europee tra Matteo Salvini e Lorenzo Cesa, a cui savrebbe dovuta seguire la nascita del gruppo Udc alla Camera – con uno schema-tipo che ha visto confluire nella Lega da Forza Italia (e dapprima proprio dall’Udc) Aldo Patriciello candidato al Parlamento Ue – e per ultimo in ordine di tempo l’accordo stretto tra la Lega e De Bertoldi. L’obiettivo dell’onorevole trentino insieme al vicepremier è quello di portare “più centro nel centrodestra” e per raggiungerlo l’ex Fratelli d’Italia ha traslocato nel Carroccio l’associazione Lcd (Liberali Cristiano Democratici).
Una formazione politica che si sta preparando anche per le elezioni in Trentino del prossimo maggio, a riprova che il disegno cambia la latitudine ma non il modello. Se l’esperimento funzionasse, la Lega potrebbe essere il motore di un nuovo riassetto del centrodestra, più moderato e con un consenso più ampio. Salvini sta scommettendo su una ridefinizione dell’identità della Lega, non più solo un partito sovranista e identitario, ma un polo di aggregazione. Ma non si tratta solamente di un cambio di prospettiva: la connotazione strategica c’è e guarda agli equilibri interni al governo Meloni. Con la recente promozione del partito di Maurizio Lupi a “quarta gamba” dell’esecutivo da parte di Giorgia Meloni, Salvini potrebbe essere intenzionato a rispondere con una mossa analoga
L’idea di una “quinta gamba”, che partendo dai territori giunga fino ai gruppi parlamentari, che raccolga centristi, riformisti e liberali per rafforzare il peso specifico all’interno della coalizione e dargli un ruolo più determinante nelle decisioni politiche future. Se il piano avrà successo, il Carroccio potrebbe “riscrivere” i rapporti di forza all’interno della coalizione. Ma le prossime mosse saranno decisive: riuscirà la Lega a diventare il punto di riferimento di questo nuovo blocco o il tentativo si scontrerà con le resistenze interne ed esterne? Una partita aperta, che potrebbe riservare sorprese nei prossimi mesi.
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