L’economista Rossi: “La gente scenda in piazza per la Bce, unica a combattere l’inflazione”
NICOLA ROSSI POLITICO
di EDOARDO SIRIGNANO
“Vorrei vedere la gente scendere in piazza per la Bce. È l’unica a combattere seriamente l’inflazione”. A dirlo Nicola Rossi, economista e presidente dell’Istituto Bruno Leoni.
Che idea si è fatto rispetto alla tassazione sugli extraprofitti?
Fatta così, a me sembra un errore. Si poteva intervenire in modo diverso, andando alla radice del problema e non guardandolo in superficie.
Come?
Molte banche hanno lucrato sulla differenza tra tassi attivi e passivi, sapendo che gli impieghi erano garantiti. Ciò che bisognava fare, quindi, era tassare gli istituti per l’utilizzo delle garanzie o meglio ancora eliminarle. Siccome qualcuno non riesce a pagare per quanto gli è stato dato nel 2020, creando non pochi problemi allo Stato, la soluzione più giusta sarebbe stato pensare che le banche potessero concorrere alle perdite. Anzi, debbano farlo. Si è voluto, invece, fare un qualcosa di più demagogico e non arrivare a un traguardo.
Gli Usa tremano per gli istituti in difficoltà. Cosa sta succedendo oltreoceano?
Quanto si è verificato a inizio anno. C’è una debolezza di fondo, ancora presente, dovuta a una carenza regolamentare. Aver risolto qualche questione rilevante, non significa aver superato il problema nella sua interezza.
Il tema riguarda anche noi?
Molto meno di quanto pensiamo! In Europa la regolamentazione e l’irrobustimento del settore bancario, avutosi nel recente periodo, sta dando i suoi frutti.
Se Atene piange, Sparta non ride. Il fallimento di Evergrande e il buro nero nella valuta di Pechino non promettono nulla di buono…
Le difficoltà di Evergrande non sono odierne. Sono l’espressione dei problemi legati al settore immobiliare cinese, questione che il governo di Xi, mi pare, non abbia mai voluto affrontare. Ha cercato, invece, di mettere pezze di vario genere. Queste ultime possono bastare solo nel breve termine.
Tutto ciò ha ripercussioni sulla nostra economia?
Se produce un rallentamento a carattere globale, certamente ha ripercussioni anche sulla nostra economia. Siamo immersi nel mondo. Non viviamo isolati. Quanto accade altrove, dal punto di vista economico, direttamente o indirettamente, prima o poi, finisce per interessarci.
Qualcuno diceva che eravamo governati da grandi economisti. Considerando le varie crisi sparse per il pianeta, forse si è sbagliato?
Se pensa che gli esperti possano evitare le crisi che, con una certa regolarità, un’economia di mercato, per sua natura, produce, si sbaglia di grosso. Non è nelle possibilità di nessun economista. Bisognerebbe, invece, partire dalla celebre frase di Friedman, che disse: “le banche centrali sbagliano sempre, quando non sbagliano lo fanno al momento sbagliato e quando lo fanno al momento giusto lo fanno per le ragioni sbagliate”. La complessità del fenomeno che abbiamo davanti dovrebbe convincere tutti che non c’è una reale possibilità di fare in modo che non ci siano malattie per il solo fatto di avere dei medici in giro.
In Italia, intanto, c’è più di qualcuno che parla di Europa matrigna. È d’accordo?
Se mi avesse fatto la stessa domanda due anni fa, avrei risposto non mi pare. Quando è partita l’operazione del Pnrr, al contrario di come dice qualcuno, l’Europa veniva vista come quella che riusciva a intervenire nella fase più difficile per risollevare le singole economie. La mia sensazione è che certi fenomeni non debbano essere mai guardati nel breve periodo, molto fuorviante. Come si fa definire matrigna un’entità che ci consente di portare a casa duecento miliardi di euro per investimenti? È difficile da comprendere. Dopodiché il fatto che oggi ci chieda delle regole fiscali, bisognerebbe spiegarlo meglio. I cittadini, spesso e volentieri, non si rendono conto che le regole di responsabilità fiscale sono a loro tutela. Servono a evitare che i governanti facciano errori. È bene, quindi, che le normative di bilancio siano strette. Solo la demagogia palese e smaccata degli ultimi anni, ha potuto far passare una linea diversa.
In tutto ciò, i prezzi aumentano e la vita diventa sempre più difficile…
Vorrei vedere la gente scendere in piazza per manifestare a favore della Bce. É l’unica strada, in questo particolare momento, per combattere seriamente l’inflazione con risultati. Deve, pertanto, continuare ad agire come sta facendo. Può finirla solo nel momento in cui sarà debellata un’imposta non votata dai cittadini.
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