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L’economista Rossi: “Bene Meloni! L’intera stagione di Conte e i suoi bonus va cancellata”

di Edoardo Sirignano -

NICOLA ROSSI POLITICO


“Bene Meloni. L’intera stagione dei bonus dovrebbe essere cancellata. Con i governi Conte siamo tornati al Settecento. Non facciamoci illudere dai fuochi di paglia. Quanto sta accadendo al Pil, che prima cresceva e adesso si sta contraendo, vale più di mille parole”. A dirlo Nicola Rossi, economista e presidente dell’Istituto Bruno Leoni.

Condivide le parole del ministro Giorgetti alla chiusura del forum “The European House Ambrosetti”?

Condivido ogni parola. L’intera politica dei bonus ha fatto un grave danno al Paese, sia perché ha distorto i comportamenti, sia perché ha posto delle mine nella finanza pubblica. Solo ore ne stiamo valutando a pieno l’entità. Stiamo parlando di una delle pagine peggiori della politica nazionale.

Conte, intanto, accusa la premier Meloni di sostituire una Ferrari con una bicicletta…

Quando si fa un disastro di quella portata, bisognerebbe avere quantomeno la decenza di stare zitti. Tutte le misure prese dai governi Conte, una dopo l’altra, devono essere riviste perché malpensate o peggio ancora scritte.

La strada da perseguire, pertanto, è cambiare le vecchie regole?

Stiamo parlando di provvedimenti che non solo mettono mine alla finanza pubblica, ma diventano complicati da smontare. Ora ce ne stiamo accorgendo. Ci sono una serie di situazioni ancora in vita, che sono realmente problematiche. Costruire una transizione, quindi, richiede molta attenzione. Per uscire dal tunnel serve prudenza e gradualità, ma allo stesso tempo occorre farlo. Solo così si lascia alle spalle una delle stagioni più irragionevoli della politica nazionale.

Come modificare in meglio il provvedimento?

Il governo ha già preso una strada e mi sembra quella giusta. Occorre ridurre l’entità del superbonus, senza però farlo sparire dalla mattina alla sera. Farlo in ventiquattro ore, d’altronde, sarebbe molto complicato. Misure del genere possono evaporare solo col tempo.

È giusto, però, tagliare solo il superbonus e non altre misure adottate dai precedenti governi?

L’intera stagione dei bonus dovrebbe essere soggetta a un’attenta revisione e possibilmente a una potatura molto ampia. Oltre a essere problematica dal punto di vista finanziario, contiene un messaggio terribile che modifica profondamente i comportamenti. Nel giro di qualche giorno siamo tornati al tempo in cui il sovrano concedeva qualcosa ai cittadini. Abbiamo perso le conquiste dell’ultimo secolo e mezzo. Siamo tornati al Settecento in cui cittadini e Stato non erano sullo stesso piano, ma quest’ultimo concedeva graziosamente un bonus. La verità, però, è che la traduzione letterale di questa parola è regalia. Questo credo dica tutto.

Il superamento del reddito di cittadinanza, però, ha creato non pochi problemi. In diverse piazze, c’è stata più di una semplice mobilitazione…

Non stiamo parlando di un tema di solidarietà, ma di responsabilità. Chi è in grado di lavorare dovrebbe avvertire la responsabilità di non pesare sulla collettività. Dovrebbe, piuttosto, prendere la vita nelle proprie mani. In alcuni casi ciò è molto difficile e complicato. Me ne rendo perfettamente conto. Capisco che non è cosa banale, ma purtroppo deve essere fatto. Non è possibile altrimenti parlare di sviluppo e ripresa. Non è possibile immaginare una collettività in cui anche coloro i quali possono assumersi la responsabilità delle loro vite non lo fanno.

Togliendo le regalie, si può uscire dalla crisi, dal momento difficile che sta vivendo l’Italia?

Guardando l’andamento del Pil italiano dal 2020 a oggi, nota come abbiamo avuto un rimbalzo molto significativo, che oggi si sta attenuando fino ad annullarsi del tutto. Nel secondo semestre del 2023 abbiamo avuto addirittura una leggera contrazione del Prodotto interno lordo. Questo accade perché le misure adottate dai governi di Conte sono dei puri e semplici fuochi di paglia. Non sono crescita vera, quella che dura nel tempo e si traduce in produttività e innovazione. Ecco perché con il tempo di loro non rimarrà assolutamente nulla. Quando Conte dice che prima avevamo una Ferrari e oggi ci troviamo con una bicicletta, non parla del governo in carica, ma dei suoi. Sa benissimo che le sue scelte non potevano avere esiti diversi. La crescita vera la fanno le famiglie e le imprese, non il bilancio dello Stato. Solo chi non capisce nulla di economia, può immaginare le cose che sono state dette.


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