Editoriale

Le tappe della nuova Europa

di Adolfo Spezzaferro -


L’Unione europea deve rinnovarsi e per farlo deve riequilibrare l’Europarlamento ed esprimere una Commissione che persegua il bene dei cittadini. L’esecutivo uscente, guidato dalla von der Leyen, che vorrebbe fare il bis ma ha davvero poche chance, è quello che prima ha imposto la follia del Green Deal e poi si è buttato sulla guerra totale alla Russia. La nuova Commissione Ue dovrà comunque tenere conto del conflitto in corso nel Donbass da un lato e del disimpegno Usa dalla Nato, che potrebbe accentuarsi rapidamente con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Ciò significa che il nuovo governo Ue dovrà occuparsi di un aumento della spesa per la difesa comune europea. Per poter rilanciare il suo ruolo nel mondo multipolare, l’Ue dovrà puntare all’autonomia strategica: fintanto che resterà appiattita sulle posizioni Nato e quindi Usa, non sarà mai protagonista. Ma ovviamente non è che il giorno dopo le elezioni europee potremo vedere subito un cambio di rotta. Ci sono dei tempi tecnici: martedì 11 giugno la presidente del Parlamento Ue Metsola (Ppe) potrebbe convocare i gruppi parlamentari uscenti per fare il punto sull’esito del voto. Nei giorni successivi si formeranno i gruppi politici, vecchi o nuovi. Infatti a destra, la delegazione AfD, espulsa qualche giorno fa da Identità e Democrazia, di cui fanno parte Salvini e Le Pen, potrebbe dar vita a un nuovo raggruppamento. La data chiave però sarà il vertice del 27 e 28 giugno: i leader dei Paesi Ue avranno un tris di nomi per le tre cariche apicali. Quella della presidenza della Commissionesarà votata a settembre. In caso di via libera, il candidato dovrà ripresentarsi a Strasburgo per la fiducia finale. Ma solo dopo che il Parlamento Ue si sarà espresso, tra ottobre e novembre, sui commissari proposti dai Paesi Ue. Entro novembre infine entrerà in carica il nuovo presidente del Consiglio Ue.


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