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Le origini della festa dei morti

La festa dei Morti ha origini antiche e si celebra in varie culture per onorare i defunti. Nella tradizione cristiana, risale all’VIII secolo quando Papa Gregorio III istituì il primo giorno di novembre come Festa di Ognissanti, seguita il 2 novembre dalla commemorazione dei morti, per ricordare le anime dei defunti. Questa scelta coincise con celebrazioni già preesistenti, come Samhain, una festa celtica che segnava la fine del raccolto e l’inizio dell’inverno, momento di connessione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. La commemorazione dei defunti si è diffusa in vari paesi, ciascuno con usanze specifiche: in Messico, ad esempio, la festa dei Morti (Día de los Muertos) è nota per le sue decorazioni colorate, altari con offerte e processioni, una celebrazione che riflette il sincretismo tra antiche tradizioni indigene e il cattolicesimo spagnolo. Il significato della festa è fortemente simbolico: i vivi si riuniscono per onorare chi è passato, riflettendo su mortalità e memoria, rafforzando il legame spirituale tra generazioni. Papa Gregorio III, nato in Siria, fu il 90° papa della Chiesa cattolica e governò dal 731 al 741. La sua elezione avvenne durante un periodo di instabilità politica e religiosa, caratterizzato dalle tensioni iconoclaste. Fu un convinto oppositore dell’iconoclastia, movimento promosso dall’imperatore bizantino Leone III, che vietava il culto delle immagini sacre. Per preservare l’uso delle icone, Gregorio III convocò un sinodo a Roma nel 731, che ribadì la loro importanza per la fede cristiana. Il suo papato è anche ricordato per il sostegno alla missione in Inghilterra, dove consolidò la chiesa anglosassone, e per l’impegno nel rafforzare il ruolo di Roma come guida spirituale. Gregorio III migliorò le infrastrutture romane, restaurando chiese e difese cittadine contro le invasioni longobarde. Fu inoltre promotore di celebrazioni religiose che rafforzassero l’identità cristiana come questa di oggi 2 novembre.