Le matite sono poche, l’Europa non galleggia
Scrivete “Giorgia” ma in Europa non ci andrà, anche se vuole cambiarla. Alla fine sarà la più amata dagli italiani, con buona pace della Scavolini. Scrivete “generale” e potrete “mandarci” Roberto Vannacci, se volete nella scia della bellissima canzone di Alberto Sordi: sta già facendo una campagna che scimmiotta il situazionismo senza saperlo, con la tessera del Pd sulla maglietta e le parole sui disabili, avendo al suo fianco un campione paralimpico cui ha permesso di “avvicinare le sue figlie”.
Non scrivete “Matteo”: il Capitano fa il ministro “18 ore al giorno” e vuole continuare a poter dire “Buon Natale” a tutti. Scrivete “Matteo” e ci andrà l’altro, il senatore con il cuore a Riad, se gli riesce la Stati Uniti operation. Scrivete “Lady Mastella” e ci manderete con lui quella birichina 71enne di Sandra, che conobbe Clemente sulla spiaggia di Long Island. Scrivete “Mussolini” e ci manderete Alessandra: non provate ad esagerare! Non scrivete “Silvio”: non c’è più.
Scrivete “Schlein”, ma neanche Elly ci andrà: continua ad avere in “Agenda” di cambiare il Pd. Scrivete “Calenda” senza farvi troppe illusioni: è perseguitato dalla sfiga, ha dovuto levare dale liste un avvocato girapartiti indagato dalla Dda per i capricci di un altro girapartiti che minacciava di mollarlo.
Il mondo va a rotoli, le guerre sono alle porte, temete per la pace. E allora scrivete “Santoro”, ma difficilmente ce la farà. Intanto si è tolto una soddisfazione non da poco a massacrare Pietro Senaldi da Floris, che continua ad essere perennemente super irritante con i suoi riassuntini ogni due minuti e quel pubblico che applaude tutti a cascata (per favore, qualcuno mi dica il nome del genio che si è inventato queste due cose).
“Scrivete” il nome che volete, ma sappiate che le matite copiative impugnate nei seggi non saranno molte. E ricordatevi la famosa papera annaspante. Le matite sono poche e l’Europa già non galleggia.
La clownerie, leggo da internet, è “filosofia di vita, arte e mestiere di saper far ridere”. Non so voi, ma io sono assolutamente certo che dal 10 giugno avrò meno voglia di ridere. Me lo ricordano pure i Tiromancino: “Ci rivediamo presto, fra almeno altri cinque anni”.
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