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Le “due facce” di Stellantis: la cig in Italia, l’accordo con i cinesi in Polonia

di Angelo Vitale -


Polemica sulle “due facce” della manovra di Stellantis: in Italia cassa integrazione e un rallentamento sostanziale della produzione, all’estero l’accordo con i produttori cinesi per una partnership nell’automotive.

Le ultime notizie riferiscono di una settimana di cassa integrazione ad Atessa, in provincia di Chieti per tutti i dipendenti. Attività produttiva sospesa anche nello stabilimento Stellantis di Melfi, in provincia di Potenza, per tutta la settimana da oggi al 12 luglio. Nuova cassa integrazione alle Carrozzerie di Mirafiori dal 15 luglio al 4 agosto, a cui dal 5 al 25 agosto si aggiungerà la chiusura per la pausa estiva. “Il segmento city car Bev in Europa nei primi 5 mesi dell’anno si è ridotto del 37% rispetto allo stesso periodo del 2023 e, allo stesso tempo in Italia, il mix Bev è su livelli molto bassi intorno al 4%, nonostante gli incentivi. Questo non è sufficiente a mantenere una continuità nella produzione”. Così un portavoce di Stellantis Italia pochi giorni fa.

Dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto ieri al Foruum in Masseria in Puglia, auspici e affermazioni ribadite: “Stellantis per prima ha fatto una partnership con un produttore cinese per produrre le auto in Polonia e venderle in Italia. Noi siamo trasparenti e non condizionabili”, commentando la condizione posta dal gruppo automobilistico di aumentare in Italia la produzione di veicoli a un milione di unità all’anno al 2030 in assenza di un secondo produttore nel Paese. “Stellantis mi auguro confermi il suo programma e l’obiettivo di raggiungere una cifra complessiva di un milione di veicoli nei prossimi anni. Siamo disponibili a supportarli con gli strumenti necessari”, ha detto ancora Urso.

Situazione che, per Unimpresa, svela il reale comportamento del gruppo: “Stellantis ha stabilito una partnership con un produttore cinese per produrre automobili in Polonia, destinate al mercato italiano. Questa decisione – dice la presidente Giovanna Ferrara – , sebbene presentata come una mossa strategica e trasparente, rappresenta un chiaro tradimento nei confronti dell’Italia e del suo sistema economico”.

“Innanzitutto, la scelta di trasferire la produzione all’estero mina profondamente l’intero settore automotive italiano, un settore che non solo vanta una lunga tradizione – prosegue – , ma che è anche uno dei pilastri della nostra economia. Decidere di produrre veicoli in Polonia e non in Italia implica una delocalizzazione che impoverisce il nostro tessuto industriale, già messo a dura prova da crisi economiche e dalla concorrenza globale. Stellantis, con questa mossa, non solo svilisce il valore del Made in Italy, ma dimostra una palese mancanza di rispetto per l’indotto che ruota attorno alla produzione automobilistica nel nostro Paese. Il governo italiano, rappresentato dal ministro Urso, deve assumere una posizione più decisa e critica nei confronti di Stellantis. Non basta esprimere speranza e disponibilità a supportare l’azienda. È necessario un intervento forte e deciso per tutelare il nostro patrimonio industriale e per evitare che altre aziende seguano l’esempio di Stellantis”.

“Le piccole e medie imprese italiane, che costituiscono il cuore pulsante della nostra economia, sono le prime a soffrire. Queste aziende, spesso a conduzione familiare, dipendono fortemente dalla produzione automobilistica per il loro sostentamento e per la creazione di posti di lavoro. La decisione di Stellantis di spostare la produzione all’estero – continua la presidente di Unimpresa – potrebbe portare alla chiusura di molte di queste imprese, con conseguenti perdite di posti di lavoro e un impoverimento delle comunità locali. Il governo dovrebbe mettere in campo misure concrete per incentivare la produzione in Italia, offrendo agevolazioni fiscali e contributi per le aziende che scelgono di mantenere o trasferire la loro produzione nel nostro Paese. Inoltre, dovrebbe essere avviata una discussione seria e approfondita con Stellantis per capire le ragioni dietro questa decisione e per trovare soluzioni alternative che non penalizzino il nostro sistema economico”.

“È fondamentale – dice ancora Ferrara – che il governo prenda atto della gravità della situazione e agisca di conseguenza. Non si può permettere che aziende come Stellantis, che hanno beneficiato per anni del supporto del nostro Paese, decidano di voltare le spalle all’Italia e ai suoi lavoratori nel momento in cui si presentano opportunità più convenienti all’estero. È una questione di responsabilità sociale e di rispetto verso un Paese che ha contribuito in maniera significativa al successo di queste aziende. Il governo italiano, insomma, deve dimostrare di avere la capacità e la volontà di proteggere il proprio settore industriale. Non si tratta solo di Stellantis, ma di inviare un messaggio chiaro a tutte le aziende che operano nel nostro Paese: l’Italia è pronta a supportarvi, ma non tollererà scelte che vadano a discapito del nostro sistema economico e dei nostri lavoratori. Solo attraverso una politica industriale forte e coerente si potrà garantire un futuro prospero e sostenibile per il settore automobilistico e per l’intera economia italiana”, conclude Ferrara.


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