Attualità

L’avvocato e i carabinieri finti: 3 milioni rapinati alla moglie dell’ex ministro Baratta

di Angelo Vitale -


Il caso del milione di euro truffato all’imprenditore Massimo Moratti grazie alla voce falsa del ministro Guido Crosetto (una somma poi recuperata) viene ora superato da un gravissimo episodio accaduto lo scorso 4 ottobre a Roma ai danni dell’anziana moglie di Paolo Baratta, ex ministro e per anni presidente della Biennale di Venezia. Gemma Bracca, 80 anni, scrittrice e poetessa, cadde quel giorno vittima di un finto avvocato che riuscì a raggiungerla a casa dopo averle comunicato che sua figlia era stata coinvolta in un incidente automobilistico investendo una persona. A quel punto, come nella recentissima cronaca di truffe mosse ai danni di anziani in tutta Italia, la donna era stata raggiunta telefonicamente da un finto maresciallo e, a seguire, pure da un finto carabiniere. Veniva quindi dal terzetto intimorita inizialmente a versare la somma di 6mila e 500 euro per evitare che la figlia fosse raggiunta da una querela.

Ma il finto avvocato si era nel frattempo accorto che nell’abitazione c’erano oro e gioielli e quindi aveva cominciato ad appropriarsene alla fine portando a termine una vera e propria rapina. Nemmeno le successive resistenze della donna che aveva cominciato a non credere a quanto le veniva raccontato lo avevano fermato. L’uomo aveva perfino minacciato la donna di buttarla di sotto, costringendola ad aprire una cassaforte, finendo di impossessarsi di uno zainetto con 25 chilogrammi di ori e gioielli e di quanto – anche contanti – custodiva la cassaforte, per un valore tortale di 3 milioni di euro.

Oggi l’arresto di uno dei tre responsabili, un 35enne napoletano, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma: dovrà rispondere di truffa e di rapina aggravate per il fatto di averle realizzate all’interno delle mura domestiche. Caduto nella rete degli investigatori solo grazie alle immagini rivelate dall’impianto di videosorveglianza del palazzo ove abita la moglie dell’ex ministro e dalle tracce del telefono utilizzato per la truffa, cominciata con la richiesta alla donna di 6500 euro. Nessuna traccia, per ora, della refurtiva.


Torna alle notizie in home