INTERVISTA A STEFANO CALDORO: “L’Autonomia aiuterà a colmare il gap Nord-Sud”
All’indomani dello scontro tra Luca Zaia e i deputati del Sud, soprattutto campani, in Commissione alla Camera sul tema dell’Autonomia differenziata, l’ex ministro del governo Berlusconi ed ex governatore della Campania, attuale capo dell’opposizione a Vincenzo De Luca, Stefano Caldoro, ha ancora meno dubbi: “Al Sud non interessa lo status quo, partiamo da questo presupposto, per questo ripeto che l’Autonomia serve soprattutto al Meridione per aiutarlo a modernizzarsi. Del resto se siamo la nazione dell’Unione Europea con il maggior divario territoriale tra Nord e Sud non lo si può certo imputare all’Autonomia, la quale, anzi, conviene proprio alle nostre regioni”.
Lei, socialista riformista del centrodestra, dalla scorsa estate è impegnato – l’ultima volta è avvenuta a Benevento pochi giorni fa, la prossima sarà lunedì prossimo all’Unione Industriali di Napoli -, anche nella presentazione del suo libro “Autonomia, Regionalismo, Macroregione”.
Il mio vuole essere un contributo pragmatico, non solo intellettuale, alla modernizzazione del Paese sostenendo adeguate e necessarie riforme istituzionali, per le quali non a caso si batte il governo di Giorgia Meloni. Ho sempre ribadito che non mi piacciono al Sud le contrapposizioni manichee tra Guelfi e Ghibellini, perché voglio guardare ai fenomeni sociali ed economici della mia terra per come si manifestano, indicando strumenti idonei per superarli.
E che cosa vi legge?
Innanzitutto che al Meridione l’attuale sistema di trasferimento delle risorse pubbliche attraverso la spesa storica non conviene perché è chiaramente penalizzante. Lo dicono i numeri in materia di sanità, istruzione, difesa e assistenza. Un cittadino al Sud ha meno risorse di un italiano del Nord e di questa differenza non è certo responsabile l’Autonomia, che non c’è. Perciò chi al Sud dice no e basta alla riforma Calderoli non vuole il bene dei propri cittadini.
Se il Sud ha interesse al cambiamento per migliorare, come lei afferma, perché i deputati meridionali dell’opposizione in Parlamento sono così contrari?
La circostanza è ancora più strana perché il PD che oggi è contrario, prima era favorevole con Bonaccini e gli altri suoi presidenti di Regione. La circostanza si commenta da sé. C’è un pezzo di classe politica cui manca un sano pragmatismo per governare. L’attuale sistema di distribuzione delle risorse pubbliche in base alla spesa storica, ha scavato la debolezza strutturale della capacità di crescita del Sud. Dobbiamo invertire la rotta e solo con le riforme, come quella dell’Autonomia, possiamo farcela.
Lei sostiene che l’attuale regionalismo è in crisi da tempo e quindi ci deve essere un atteggiamento attento e vigile sul disegno di legge Calderoli.
Il processo riformistico del cambiamento va analizzato con atteggiamento positivo. Poi se uno dice come si attua questa Autonomia, allora è giusto guardare al merito e dare una mano con un atto legislativo equilibrato. Devo dire che l’emendamento finale voluto da Fratelli d’Italia che mette mano ad alcune questioni centrali come i Lep lo valuto positivamente, perché è un vantaggio per il Sud. Ecco perché bisogna accettare questa riforma in maniera attenta e vigile. Sapendo che il Sud può guadagnarci molto. Ripeto, l’attuale divario Nord-Sud non è certo frutto dell’Autonomia, ma di una sistema penalizzante fondato sulla spesa storica. Non è un caso che non appena sono state trasferite risorse importanti nel post Covid con il Pnrr, il Sud è cresciuto, come certifica lo Svimez, con numeri maggiori rispetto ad alcune aree del Nord. Questo ci deve far riflettere.
Lei nel libro sostiene che il meccanismo della Macroregione può essere un fattore propulsivo di crescita per il Meridione.
È così, ma le Macroregioni non sono per forza unità territoriali più grandi mettendo assieme ad esempio Campania e Puglia, bensì sono nuove forme rafforzate di governo integrato, come avviene per l’Unione Europea, che gestisce la difesa dell’acqua e la sua distribuzione, oppure i rifiuti che sono un grosso problema, come ben sappiamo. Superiamo il regionalismo, perché non funziona, costituendo delle agenzie pubbliche cui le Regioni, espropriandosi dei propri poteri, li conferiscono ad esse in un interesse superiore. In quest’ottica l’Autonomia è una opportunità di crescita per il Sud. Lo status quo è penalizzante ed è da irresponsabili. È un dato oggettivo.
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