Editoriale

L’auto Europa senza pilota

di Tommaso Cerno -


L’auto Europa senza pilota

di TOMMASO CERNO

L’impressione che fa la visita di Joe Biden in Israele è quella del principio di una guerra. Il presidente americano che sta cercando di indirizzare il governo di Israele dopo l’attacco di Hamas sembra dirci che l’Occidente è alla vigilia di una nuova era, un’epoca dove tutte le nostre certezze e le nostre previsioni sul futuro cambieranno. Ma il problema è che la sensazione che come una macchina senza più pilota l’Europa stesse sbandando e perdendo il controllo di ciò che avveniva intorno a lei era ormai nitida da molti anni. Le nostre cronache ci mostrano solo i fenomeni più devastanti di una patologia che è entrata nel sistema vitale che aveva letto il mondo dopo la caduta del Muro di Berlino. E questa mutazione ci coglie impreparati.

Abbiamo scritto quintali di libri su quello che stava capitando nel mondo e oggi rileggendoli ci rendiamo conto che ci siamo parlati addosso, che avevamo bisogno di convincerci di essere capaci di tutto. E ci rendiamo conto che l’Europa si sta spegnendo proprio nel momento in cui ci sarebbe più bisogno di lei. Lei come entità politica capace di mediare, secondo una storia di millenni, in un pianeta dove la complessità non è più possibile affrontarla con le armi, con la voce alzata, con le solite vecchie tecniche che avevano segnato la nostra prevalenza non solo militare ma soprattutto economica e sociale dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Dobbiamo fermarci e dirci con molta chiarezza che avremo anche progettato il migliore dei mondi possibili ma non abbiamo realizzato che una minima parte di quel processo, pensato per raggiungere un obiettivo che oggi è davanti agli occhi di tutti fallito. E proprio quando le democrazie dovrebbero in virtù della propria natura più profonda aprire dentro di sé e tra loro un dibattito trasparente su ciò che davvero i popoli chiedono, ci ritroviamo ad albergare in un monolite democratico che si sente così debole da spegnere lentamente proprio quella libertà che ne è stata il fondamento e la salvezza e che oggi viene vista da chi ci governa come un elemento pericoloso di caos. Il problema è che questa debolezza è evidente ai nostri nemici. Che non smetteranno di contrastarci. E che si sono infiltrati fra quelle maglie di libertà che avevano reso potente questa parte del mondo e che oggi invece stanno avvelenando la società, creando un substrato di malessere e di rabbia che vedono i nostri scudi inefficaci e le nostre difese debellabili.

Dobbiamo interrogarci su quanto la degenerazione del nostro modello economico e sociale negli ultimi dieci anni si possa arrestare in fretta. E quanto velocemente si possa cambiare direzione alla corsa di questa auto senza pilota che sta trascinando milioni di persone nella condizione di incertezza che segna il fallimento del progetto stesso di comunità democratica.


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