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Larve e altri insetti commestibili: ecco la ricercatrice che li studia in Italia

di Giorgio Brescia -


Ancora larve gialle in primo piano dopo l’ok Ue alla commercializzazione della farina di cui L’identità ha scritto ieri. Ora una ricerca Enea ha dimostrato che è possibile rendere più ecosostenibile l’allevamento di questi insetti per realizzare prodotti da utilizzare in diversi settori tra cui l’alimentazione animale e umana. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Agriculture e sono basati su una modifica nell’integrazione della dieta del primo insetto approvato dalla Ue per il consumo umano, il Tenebrio molitor più conosciuto come “tarma della farina”.

“In generale, l’allevamento di insetti consente un risparmio di acqua rispetto agli allevamenti tradizionali e una minore emissione di gas serra, a parità di quantità di proteine prodotte. Ma i risultati ottenuti si sono rivelati ancora più interessanti per la riduzione dei consumi di elettricità, grazie all’impiego delle pale di fico d’India al posto di carote, patate e mele come nuova fonte idrica della tarma della farina”, spiega Simona Errico del Laboratorio Enea di Bioeconomia Circolare Rigenerativa presso il Centro Ricerche Trisaia di Matera. Le pale di fico d’India – sottoprodotto non destinato all’alimentazione umana – sono infatti largamente diffuse nell’area del Mediterraneo e le larve del Tenebrio molitor sembrano preferirle ad altre fonti idriche già in uso.

“Presso il Centro Ricerche Trisaia – racconta Errico – alleviamo da diverso tempo il Tenebrio molitor, che rappresenta un modello di studio molto interessante per produzioni sempre più innovative e sostenibili. Nel nostro caso, ad esempio, cerchiamo di utilizzare, tutto quello che è possibile ottenere dal suo allevamento, come polveri proteiche, il frass -gli escrementi prodotti dagli insetti-, le larve essiccate e le esuvie, i resti dell’esoscheletro, ciascuno nel settore più affine”.

Una ricerca che la studiosa nostra connazionale sta portando avanti anche su altri insetti commestibili: il Bombyx mori, un lepidottero chiamato anche “bombice del gelso” che in Europa non è stato proposto per l’alimentazione umana ma viene normalmente utilizzato a questo scopo in Asia, l’Hermetia illucens, chiamata anche “mosca soldato” perché la testa dell’adulto somiglia all’elmetto di un soldato, che in Europa è stato proposto per l’alimentazione umana ma non approvato dalla Ue.


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