Attualità

L’arresto di Chiara, le parole del Procuratore: ecco come nasce davvero il “circo mediatico”

di Angelo Vitale -

La conferenza stampa del Procuratore D'Avino sul caso Petrolini


Circo mediatico? Chiara Petrolini è agli arresti domiciliari, accusata di omicidio volontario aggravato e premeditato e di soppressione di cadavere per la vicenda dei due neonati ritrovati cadaveri nel giardino della sua villetta di Traversetolo, in provincia di Parma. Una storia oggettivamente brutta, che non ha avuto per i media il tempo di diventare un clamoroso giallo dai contorni misteriosi essendo stato subito evidente il suo filo.

Verrà l’esito delle indagini, verrà il processo, verrà la sua conclusione. E rimarranno da ricordare a nostro avviso, fior di dettagli che pure verranno chiariti solo dal processo riguardo alla conoscenza reale dei fatti da parte di tutte le figure di contorno – per esempio i genitori, le amiche, il fidanzato, chi forse ha procurato a Chiara un farmaco particolare pare disponibile, come si è appreso, solo nei canali ospedalieri -, il quadro generale in cui la Procura della Repubblica di Parma, fin dai suoi primi passaggi, ha voluto iscrivere questa vicenda e anche il quadro odierno in cui apparirebbe almeno inizialmente concluso uno dei suoi momenti determinanti.

Alfonso D’Avino è il Procuratore di Parma, alla guida di questo ufficio da sei anni. Prima è stato a Napoli, ove si è occupato di inchieste assai importanti, collegate alla criminalità, ma non solo.

Su questa inchiesta, D’Avino ha scelto un registro narrativo ed esplicativo che arriviamo a considerare singolare, forse più appropriato a quello che un normale cittadino, lettore e spettatore, riconoscerebbe familiare per un sacerdote o uno psicologo. “Siamo di fronte a un fatto drammatico che suscita veramente sgomento per due bambini che non hanno potuto vedere il mondo dopo aver visto la luce – queste sono le dichiarazioni che le agenzie attribuiscono a D’Avino per averle lui espresse oggi in conferenza stampa -. Sgomento per la famiglia della ragazza che si trova ad affrontare una situazione nella quale mai pensava di trovarsi. Per un giovane, fidanzato della ragazza, che suo malgrado si è trovato a dover rinunciare per ben due volte alla paternità senza sapere nulla. E sgomento anche per la ragazza perché, al di là delle responsabilità penali che verranno accertate, pare una ragazza difficilmente decifrabile e da oggi dovrà prendere coscienza di ciò che è stato e che sarà”.

Parole che stanno diventando e diventeranno per giorni, comunque la si pensi su questa storia, il robusto canovaccio di decine di talk tv. Più o meno accurati, più o meno interessati al lato macabro della vicenda, più o meno utili a conoscere particolari che forse non sono proprio indispensabili a ciò che invece diventerà il processo giudiziario.

D’Avino se ne era detto consapevole, aveva deciso un rigoroso riserbo sulle indagini. Ogni giorno, poi però bucate dalla diffusione incontrollata di decine di particolari, ipotesi, commenti, dichiarazioni, vere o solo attribuite a questa o quella persona coinvolta in tutto lo scenario del paese in provincia di Parma.

Solo pochi giorni fa, come leggiamo sulle cronache locali, la Procura aveva emesso un comunicato di oltre 700 parole, spiegando il valore del riserbo impresso all’inchiesta, citando perfino un saggio sulla giustizia mediatica e un convegno svoltosi a Parma, nel proposito di evitare che il “circo mediatico” si impossessasse della storia.

Circo mediatico che oggi c’è invece tutto e ancora continuerà. E sarà stato alimentato non poco anche dalla odierna conferenza stampa e dalle parole del Procuratore D’Avino.


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