Larimar Annaloro, autopsia esclude il suicidio: chi ha ucciso la 15enne?
È un suicidio impossibile quello di Larimar Annaloro. Il cadavere della ragazzina di 15enne, trovata impiccata a un albero di Piazza Armerina, parla e chiede giustizia. Così come la sua famiglia, che da due settimane ripete che Larimar non si sarebbe mai tolta la vita, che poco prima della terribile tragedia era tranquilla e sorridente, nonostante quella lite a scuola e l’ombra del presunto revenge porn, alimentata dalle dicerie sull’esistenza di un video o di alcune foto intime della ragazzina, finora mai trovate. A intricare ancor più il giallo, ora, i risultati dell’autopsia, effettuata sul corpo della ragazzine per accertare le cause della morte. E i primi esiti dell’esame autoptico, di fatto, escludono che Larimar, quella terribile mattina, possa essersi tolta la vita da sola. I segni sul cadavere tracciano modalità del presunto suicidio definite “anomale” dagli stessi inquirenti. La 15enne, infatti, si sarebbe dovuta legare i piedi e la pancia con le corde dell’altalena, poi le avrebbe dovute stringere intorno al collo e infine avrebbe dovuto far passare il cappio a un albero, facendosi cadere giù. Un piano suicidario altamente complicato e improbabile. Senza contare che l’osso cervicale sarebbe rimasto intatto e che la ragazza, pur avendo le mani libere, non avrebbe nemmeno tentato di liberarsi la gola dal cappio, un atto istintivo che va al di là della determinazione a morire. E ancora un altro indizio significativo: Larimar Annaloro aveva le scarpe pulite, sebbene per raggiungere quell’albero avrebbe dovuto camminare su un terreno polveroso. Risvolti che aprono scenari più inquietanti e rafforzano quelle parole disperate della madre: “Me l’hanno uccisa”. Sulle indagini, al momento, c’è il massimo riserbo, ma le risultanze dell’autopsia aprono alla pista dell’omicidio e all’ipotesi che Larimar fosse già morta quando è stata appesa a quell’albero. Per individuare eventuali responsabilità, la Procura dei Minori di Caltanissetta, che al momento procede per istigazione al suicidio, ha disposto il sequestro dei telefoni cellulare di alcuni minorenni, tra compagni di scuola e conoscenti di Larimar, al fine di rintracciare il fantomatico video che un ragazzino avrebbe fatto circolare. Un filmato di cui la 15enne sarebbe stata all’oscuro, almeno fino a quella mattina, quando avrebbe litigato violentemente con una compagna di scuola che l’accusava di averle rubato il fidanzatino. Scossa dalla discussione, Larimar aveva chiamato i genitori per uscire prima da scuola. Tornata a casa, la madre aveva lasciata sola l’adolescente per 45 minuti. E al suo ritorno, la figlia era morta, appesa all’altalena.
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