Attualità

L’architetto di Putin in cima a Sberbank a giudizio a Brescia

di Ivano Tolettini -


Nell’irresistibile carriera di Lanfranco Cirillo, arcinoto alle cronache come l’architetto di Putin, c’è spazio per un nuovo tassello che la dice lunga sulle sue entrature nella corte dello zar russo: le agenzie sabato scorso hanno battuto la notizia che è stato nominato vicepresidente senior della più importante banca del Paese, la Sberbank, con delega al settore nel quale egli si è sempre contraddistinto, quello immobiliare. Il professionista bresciano che da qualche anno è alle prese con un pesante contenzioso tributario con la giustizia italiana, dopo avere patteggiato col Fisco 20 milioni di euro che ha versato lo scorso marzo, in autunno tornerà davanti ai giudici per definire la sua posizione. Intanto, egli gestirà il ramo immobiliare dell’istituto bancario moscovita per un capitale pari a 10 miliardi di dollari e circa 36 mila dipendenti. “Posso dire con orgoglio di essere non solo l’italiano, ma l’europeo con la carica più alta in Russia e questo dimostra che qualcosa con questo Paese ho avuto a che fare” afferma ai cronisti Cirillo, 65 anni, che dal 2022 è sotto procedimento per i delitti di dichiarazione infedele, contrabbando, trasferimento di valori e autoriciclaggio e un sequestro monstre di 141 milioni di euro, la scorsa primavera ridotto a soltanto 3 milioni dopo l’accordo raggiunto dall’architetto con l’Agenzia delle Entrate di Brescia. Come ricordavano le cronache è il più importante patteggiamento con il Fisco bresciano di una persona fisica. “non avrei dovuto pagare i 20 milioni al fisco italiano – ha più volte detto – perché non ho mai finto di vivere in Russia perché lì vivevo e lavoravo e venivo saltuariamente a Roncadelle nel Bresciano”.
L’accusa che gli è mossa dalla Procura della repubblica di Brescia è in buona sostanza quella di avere avuto una residenza fittizia in Russia per non pagare laute tasse in Italia. Di quei l’ipotesi della cosiddetta “esterovestizione” a carico dell’architetto attualmente in vacanza in Crimea, a nemmeno duecento chilometri dal fronte ucraino. Il caso Cirillo era scoppiato per l’immatricolazione di un elicottero in Russia per il quale non sarebbero state pagate le imposte doganali. Le indagini avevano poi portato anche al coinvolgimento della moglie Marinella Spagnoli e dell’amico Adriano Gafforini, i quali dopo avere subito misure nel 2022 sono usciti di scena col patteggiamento. Da dire che la donna in Cassazione si era vista annullare il decreto del sequestro preventivo col quale il tribunale di Brescia il 3 luglio 2022 l’aveva colpita perché Spagnolli era ritenuta soggetto interposto. Questa ipotesi, spiegarono i supremi giudici, era fondata in maniera esclusiva sul profilo della sproporzione tra la sua capacità reddituale e il valore dei beni a lei formalmente intestati. Il patrimonio del marito è assai ingente anche perché per una ventina d’anni avrebbe vissuto tra Mosca e Dubai. Nella capitale russa ha avviato lo studio d’architettura Masterkaya, con oltre 2 mila dipendenti, e avrebbe avuto un ruolo importante nella progettazione del palazzo d’inverno del presidente Putin. Del resto, la nomina a vicepresidente di Seberbank è la riprova per Cirillo di essere un uomo dell’entourage dello zar, avendo progettato ville e palazzi di molti personaggi in vista del regime putiniano. Il Fisco gli contestava di avere evaso l’Irpef per complessivi 33 milioni di euro, tanto più che nel comune di Torbole, a Nago sul lago di Garda, Gafforini agendo come procuratore speciale di Anna Novisltseva e Vladimir Krutschich, avrebbe messo a disposizione il suo conto corrente e avrebbe ricevuto importanti somme di denaro dalla donna che poi lo avrebbe restituito a Cirillo. Insomma, un valzer di ingente proporzioni finanziarie proveniente anche dalla Svizzera, dimostrato dal patteggiamento col fisco da parte dell’architetto. Cirillo parlando con i cronisti ha sostenuto di volere difendersi nel processo che dovrebbe riprendere a novembre e per questo è disposta a farsi interrogare in videocollegamento. “A oltre tre anni dall’inizio delle indagini della Finanza – afferma – voglio essere interrogato, che mi facciano il terzo grado, sono pronto perché non ho mai fatto finta di vivere in Russia, perché la mia attività negli ultimi decenni è stata soprattutto lì”. Di parere opposto la polizia economico finanziaria di Brescia della Guardia di Finanza, che sostiene di avere raccolto indizi graniti sul conto dell’architetto di Putin per sostenere il contrario. La battaglia proseguirà in aula.


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