L’appello di Caterina Caselli: “Uniamoci per denunciare la legge dei talebani contro il canto delle donne”
“Uniamoci tutte e tutti per dare voce e denunciare questa infamia”: è l’appello della cantante e produttrice Caterina Caselli Sugar commentando “con orrore” la nuova legge approvata dai talebani in Afghanistan, che tra l’altro vieta alle donne di poter far sentire la propria voce in pubblico e di cantare in coro.
“Il coro, il canto è la voce dell’anima – dice in un video sul social Instagram l’ex casco d’oro della canzone italiana -, questo divieto è di una violenza inaudita. Persino gli schiavi avevano la possibilità di cantare seppure con le catene ai piedi. Il canto è una forma di elevazione, permette anche di dimenticare la realtà”.
“Quello che vogliono fare – dice ancora Caselli -è annientare la donna e che non abbia gli stessi diritti dell’uomo”. “Noi donne che siamo libere che abbiamo la fortuna di vivere in una società che difende questi valori – conclude nel suo appello -, dobbiamo essere unite e far sentire la nostra voce”.
La Caselli, Cavaliere del Lavoro nominata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel maggio scorso, nacque da Francesco Caselli, un salumiere di fede socialista, e Giuseppina, una magliaia.
La notorietà con “Nessuno mi può giudicare” e decine di altri successi. Nel 1970, dopo il matrimonio con Piero Sugar, erede della storica casa di produzione discografica, il via di una nuova e prolifica professione, scoprendo, lanciando e promuovendo decine di artisti.
Oggi, questa netta presa di posizione contro i lacci del regime di un Paese straniero, che potrà produrre reazioni e commenti anche oltre i confini del nostro Paese.
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