Lagarde applaude Ursula e suona la sinfonia del rigore
Non è cambiato niente. Finito il carnevale delle elezioni europee, Bruxelles prima e Francoforte poi confermano leader, linee guida e schieramenti. Se alla Commissione torna, anzi non se ne va, Ursula Von der Leyen, all’Eurotower “comandano” i falchi. Oggi più che mai. Non che ci si aspettasse granché dalla riunione di luglio. Nessuno, ma proprio nessuno, tra gli analisti economici e finanziari si attendeva un ulteriore taglio dopo quello (mini) già fatto a giugno. Il board della Bce ha confermato i tassi che già ci sono. Quello principale sulle operazioni di rifinanziamento rimane al 4,25%, il tasso sui depositi resta al 3,75% mentre quello delle operazioni marginali si conferma al 4,50%. Decisione assunta all’unanimità.
La nota che ha riferito sull’esito (scontatissimo) della riunione tenutasi ieri pomeriggio a Francoforte è ricca delle nuove parole d’ordine che ormai da mesi arrivano dalla Bce. E non suonano certo positive per i mercati. La banca centrale europea, infatti, ribadisce di non volersi “vincolare a un particolare percorso dei tassi” e che “le decisioni verranno assunte di volta in volta a ogni riunione”. Per chi non l’avesse ancora capito, la Bce, con il taglio di 0,25 punti base operato a giugno non si è obbligata a rientrare, piano piano, verso livelli più accettabili. Il secondo refrain, adesso, suona leggermente più grigio. Già, perché si parlava – nemmeno troppo sommessamente – di un nuovo taglio dei tassi a settembre dopo la “pausa estiva”. In pratica, l’estate sarebbe trascorsa in territorio recessivo e a settembre l’Eurotower avrebbe provveduto a dare di nuovo fiato all’economia europea. Ma questo, adesso, non appare più così scontato come poteva sembrare solo qualche settimana fa. In conferenza stampa, al termine della riunione del Consiglio direttivo della Bce, Christine Lagarde ha sibilato un laconico: “Vedremo”. Si riferiva all’inflazione e alle dinamiche dei prezzi nel Vecchio Continente. “Se i dati delle prossime settimane e mesi confermeranno il processo disinflazionistico in corso, questo rafforzerà la nostra fiducia”. Tuttavia, la Bce, nella sua nota post-riunione, ha ribadito che le pressioni interne sui prezzi “restano alte” anche a causa dell’inflazione dei servizi che “è elevata ed è probabile che l’inflazione complessiva rimanga al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”. Lagarde ci ha messo del suo: “Temo che sarà un’estate piena di impegni per la Bce”. Insomma, grazie (anche) agli aumenti del costo di biglietti aerei, pranzi e cene al ristorante, alberghi e hotel, la Bce potrebbe decidere di mantenere, ancora per un (bel) po’ di tempo i tassi in territorio regressivo. Il tanto atteso e sospirato taglio rimandato a settembre, adesso, è tutt’altro che una questione data per scontata. Tutto si è riaperto. Anche perché, a Bruxelles, i patemi elettorali sono finiti e lo status quo ha trionfato.
Lagarde ha pertanto colto il destro per congratularsi con Ursula Von der Leyen: “In questo momento posso solo offrire le mie congratulazioni per la rielezione, con questi ampi margini, ma ovviamente guarderemo molto attentamente alle proposte annunciate, per ora siamo molto focalizzati”. La regina bianca contro la regina rossa? Manco per idea. Un punto d’accordo c’è già. Eccome. “Alla Bce accogliamo favorevolmente le recenti linee guida della Commissione europea per rafforzare la sostenibilità dei conti pubblici dei Paesi dell’area euro e la posizione per il 2025 dell’Eurogruppo, che ha parlato di una intonazione restrittiva dei Bilanci”. Più tasse, meno sussidi. Più rigore. È questo che si aspetta Lagarde da Ursula. Oltre, naturalmente, ad “attuare pienamente e tempestivamente” le regole riviste del Patto di stabilità e di crescita “aiuterà far calare i deficit e i livelli di debito a livelli sostenibili”. Rigore su rigore, Ursula e Lagarde. Nel momento più delicato e, allo stesso tempo, interessante della storia comune europea. Proprio quando si parla di difesa comune, di investimenti comuni, da Francoforte arriva (l’ennesimo) richiamo all’austerità.
Torna alle notizie in home