La vera storia di Giorgia che fin da bimba studia da premier
L’INGRANDIMENTO – La vera storia di Giorgia che fin da bimba studia da premier
di FRANCESCO DA RIVA GRECHI
I due autori, il direttore Alessandro Sallusti e la Premier Giorgia Meloni, sono accomunati dalla passione per la politica e per quello che può dare. Fedelmente alle intenzioni del primo, si lascerà ovviamente emergere, in piena libertà, la personalità della seconda, che incarna in modo quasi assoluto una vocazione avvertita, come lei stessa racconta, a seguito dell’uccisione del magistrato palermitano Paolo Borsellino, a radicare una sorta di imperativo categorico rivolto all’impegno civile e politico. Così, come quando parla delle sue rinunce e di quello che la sua carica, non l’attività politica in sé, sembrerebbe toglierle: il tempo da trascorrere con l’adorata figlia Ginevra di sei anni ed il compagno Andrea, pensa in realtà ad agire proprio per loro, nella veste di futuro sul quale investire. Siede sulla poltrona di Palazzo Chigi dopo 7 governi e 6 Presidenti del Consiglio che non sono mai arrivati a durare un paio di anni. “Governare dicendo sempre la verità è fondamentale – afferma – chi non lo ha fatto, e sono stati tanti, alla fine ha sempre pagato un conto salato. Mentire, o tacere, è un’opzione furba nel breve termine e stupida nel medio periodo“. La visione di lungo termine è quasi un “mantra”: “Passare alla storia, non alla cronaca. Ambiziosa… – pungola l’intervistatore -. Sì, sono ambiziosa. Ma non è l’ambizione un male bensì la vanità. Il più pericoloso tra i sette vizi capitali. L’ho imparato guardando L’avvocato del diavolo, il celebre film degli anni Novanta con Keanu Reeves e Al Pacino”.
Ma veniamo all’aspetto identitario, fondamentale, interamente costruito sul significato delle parole . Si tratta della “guerra delle parole”, costellata di infinite battaglie. Fondamentale è quella sull’immigrazione. “Non è che chi spinge per una immigrazione di massa e incontrollata solo da alcune aree del mondo ha due obiettivi occulti, cioè snaturare l’identità delle nazioni e rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori? – si chiede -. La selezione degli ingressi in Europa non può venire degli scafisti, che provocano solo destabilizzazione, sfruttamento ed ulteriori disuguaglianze”.
Altra battaglia campale è sull’Europa. Spiega: “I conservatori, definiti euroscettici o addirittura antieuropeisti, sono i portatori, come me, dell’idea di un’Europa confederale che si oppone all’accentramento di tutti i poteri nelle istituzioni centrali dell’UE e lo fa in nome del principio di sussidiarietà iscritto nei Trattati: Non faccia Bruxelles quello che può meglio fare Roma, e viceversa”. Sugli aspetti giuridici ed economici previene abilmente ogni obiezione e contestazione. Con gli interlocutori stranieri il suo approccio è sorprendente, un po’ materno e confidenziale, un po’ da “lady di ferro”, si direbbe leggendo: “Credi davvero che le dinamiche che sovrintendono alla politica, anche quella ai massimi livelli, siano poi così diverse da quelle del nostro comune vivere quotidiano? Ovviamente no“ . In conclusione mi sembra che da sottolineare ci siano almeno due elementi: 1) nella vita, nel carattere, di Giorgia Meloni, non esiste soluzione di continuità con la sua azione politica, tutto di Giorgia è politica; 2) siffatta politica è politica di governo, di leadership, di convinzioni, riflessioni, dialoghi appassionati ed amichevoli con tutti i leader del mondo, rapporti familiari sinceri ed affettuosi, sempre in relazione alla guida dell’Italia, nell’interesse degli Italiani e per riportare in auge il patriottico orgoglio di essere tali.
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