PRIMA PAGINA – La tela delle macumbe e la fabbrica dei bambini
La fabbrica dei bambini brasiliani, con la benedizione della matriarca tra riti propiziatori e macumbe per influire sui papà italiani raggirati. A svelare la ciliegina sulla torta del raggiro internazionale dell’organizzazione criminale è una delle vittime, l’avvocato Nunzio Bevilacqua, finito nella tela del ragno dei fabbricatori di bebè durante i viaggi effettuati in Brasile per alcuni progetti di internazionalizzazione. Bevilacqua, tre anni fa, si trovava tra San Paolo e Santa Catarina quando è stato adescato da Barbara Zandomenico Perito, una brasiliana conosciuta su un sito di apprendimento professionale di lingue. Bevilacqua non lo sa, ma la ragazza è recluta dell’organizzazione criminale che negli ultimi anni ha frodato e ricattato numerosi italiani benestanti. Con Barbara, l’avvocato ha sporadici incontri sessuali.
Alcuni mesi dopo il rientro in Italia, il legale era stato ricontattato dalla giovane, che in origine avrebbe ‘concepito’ con il santone del gruppo e, senza produrre alcuna documentazione della gravidanza portata avanti, in modo ‘oscuro’, probabilmente grazie a medici compiacenti, iniziava con le richieste di denaro.
L’obiettivo non era quello di dare un padre alla bimba, ma di spillare denaro dietro il ricatto di dire tutto a eventuali mogli, familiari o datori di lavoro o, come per Bevilacqua, con rapporti istituzionali in Brasile, creare un grave danno reputazionale.
Bevilacqua a quel punto aveva avviato una serie di investigazioni private, che hanno fatto emergere lo schema dei truffatori. E oltre a quello che vi abbiamo già raccontato nelle puntate precedenti, è venuto fuori perfino il ruolo di una sorta di maga, che con la sua magia nera e i riti propiziatori opera fin dalle prime fasi dell’unione sessuale del santone con le adepte fino al momento della persuasione delle vittime a sborsare il denaro. Racconta in esclusiva a L’Identità l’avvocato Nunzio Bevilacqua: “C’è una Matriarca che accoglierebbe, come da testimonianze, in una specie di casa lager, nel bosco di Pedras Grandes Tubarao a Santa Catarina, delle ragazze in avanzato stato di gravidanza, un Santone, Alvaro ‘Salvavidas’ che con la sua ‘semente blanca buena per la conception’ darebbe il suo seme alla maga Isabel affinché possa raccoglierlo, per far sì che le ragazze vengano inseminate nella Casa durante un rito pseudo-religioso coadiuvato da sanitari. Praticamente questa maga Isabel feticcera, avvalendosi anche di oggetti sottratti inconsapevolmente alle vittime, come ad esempio una cravatta, creerebbe dei riti specifici per influenzare la mente del raggirato.
E poi c’è una recruiter, la ragazza, di età vicina a quella dell’indagata, che ha già portato a segno la truffa nei confronti di un italiano e che ha il ruolo di ‘rasserenare’ le nuove adepte sul fatto che la truffa andrà bene, come è già stato per lei con l’assistenza dell’organizzazione”.
L’avvocato, che è parte lesa in un caso giudiziario che potrebbe mandare a processo tutta l’organizzazione il prossimo 24 novembre, ha raccolto una serie di prove, tra cui anche degli audio in cui si palesa il ricorso alla magia nera. Spiega Bevilacqua: “Siamo in possesso di foto in cui si vede la messinscena di questi riti propiziatori, con candele voodoo e oggetti magici. Abbiamo, inoltre, un memo vocale che dimostra quantomeno una ‘vicinanza’ al mondo dell’occulto anche della famiglia, nel quale la signora Janete, zia di Barbara, parla stranamente, sembrerebbe ‘in codice’ con Margarete, la madre di Barbara, di una donna, ‘quella là’, che potrebbe essere la maga Isabel o addirittura la Matriarca di ‘lavori di magia’ da fare ‘su di lui e su di lei’, quindi in questo caso su di me e su di Barbara, attendendo che gli ‘spiriti lavorino’. Lo scopo sarebbe quello di modificare il comportamento e influire sulla coppia affinché la persona truffata accolga il bambino come suo e, soprattutto, paghi.
Inoltre da quest’audio emergerebbe, inoltre, che molte sarebbero le persone ‘in attendimento’, ovvero sotto questa specie di ‘lavoro di magia’”. L’avvocato ha spiegato che “non ci può essere altro fine per questi riti, se non una qualche forma di coercizione psicologica per spingere i truffati a mantenere a vita il figlio di un altro”.
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