Attualità

La strana mappatura russa nel Nord Ovest

di Andrea Vento -


Due le riflessioni che gli analisti stanno facendo in queste ore. La prima che la corsa della Armata Rossa in Ucraina avrebbe lo scopo di raggiungere il maggior numero di obiettivi strategici da occupare entro un preciso traguardo ovvero il 9 maggio. Si tratta del victory day russo che celebra la vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale e che sotto Putin è una ricorrenza utilizzata per rafforzare la narrativa patriottica e militare. Alcuni rapporti suggeriscono però che tale narrativa possa essere parte di una strategia di disinformazione. La Russia ha dichiarato l’intenzione di intensificare le operazioni offensive nella primavera 2025 per aumentare la pressione sull’Ucraina e influenzare i negoziati in corso, e mirando a completare l’occupazione delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia entro il 2025. La seconda analisi ha dei risvolti sinistri, che anche i propugnatori della pace, come lo scrivente, temono. Ovvero la recrudescenza di azioni di raccolta informativa da parte degli uomini del GRU (il Glavnoe razvedyvatel’noe upravlenie, o Direzione Generale per le Informazioni Militari russa) in Italia come in altri Paesi europei. Non che fosse una novità: negli ultimi due anni sono stati molti gli incidents, con una curiosa concentrazione sull’asse strategico Varese – Milano – Pavia. Ricordiamo i principali:
Militari russi della sanità e qualche elemento del GRU, in piena pandemia nella primavera 2020 visitarono vari luoghi sensibili della Lombardia orientale “invitati” da noi per aiutare ad affrontare il Covid, ma si dice più interessati a “mappare” il territorio che altro. Infatti il contingente russo includeva ufficiali del GRU, interessati a raccogliere informazioni su infrastrutture strategiche italiane, come basi militari NATO e depositi nucleari situati nella zona di Brescia e Ghedi-Torre;
L’affondamento della barca “Gooduria” sul Lago Maggiore, avvenuto il 28 maggio 2023, con la morte di due agenti dell’AISE italiana e un ex agente del Mossad israeliano. Secondo il DIS si è trattato di un incidente nel corso di una “delicata attività operativa” congiunta tra servizi italiani e israeliani. La natura rimane ancora incerta, con due tesi prevalenti: il monitoraggio di investimenti russi nella zona del Lago Maggiore, legati a possibili elusioni delle sanzioni internazionali, oppure il controllo di imprenditori italiani e iraniani sospettati di traffici di componenti tecniche a scopo militare o nucleare (si sa del resto che gli assetti iraniani sono ormai spesso manodopera GRU);
Due imprenditori italiani arrestati nella primavera 2023 perché mappavano con dash cam dai taxi le zone sensibili di Milano. Tali soggetti sarebbero stati inequivocabilmente legati all’intelligence russa (GRU o FSB);
Infine pochi giorni fa il drone russo che ha fatto numerosi sorvoli sulle fabbriche di Leonardo, in provincia di Varese, sul comando NRDC di Solbiate Olona, e sul reattore CCR di Ispra. Non si dimentichi poi che a pochi chilometri c’è anche in provincia di Novara l’aeroporto militare di Cameri che ospita la FACO (Final Assembly and Check Out), struttura unica in Europa per la produzione, manutenzione e aggiornamento degli F-35;
Altri sorvoli sarebbero stati compiuti su Pavia che ospita due piccoli reattori nucleari di ricerca;
La funzione di questo mapping è purtroppo inequivocabile e serve ad individuare possibili obiettivi sensibili in caso di conflitto nucleare. Anche se c’è chi dice che la raccolta informativa scatenatasi negli ultimi mesi, può altresì essere un fattore esogeno (affiancato a quelli endogeni) della “guerra dei servizi” che si sta consumando anche in Italia. A questo punto c’è solo da sperare che la pace in Ucraina arrivi in fretta.


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