La Slovacchia in subbuglio: proteste di massa contro il premier Robert Fico
La Slovacchia è scossa da una delle più grandi ondate di protesta della sua storia recente. Decine di migliaia di cittadini hanno manifestato contro il premier Robert Fico, contestando il suo orientamento politico filo-russo e chiedendo a gran voce le sue dimissioni. Le tensioni, esplose inizialmente nella capitale Bratislava, si sono propagate rapidamente a più di venti città in tutto il paese, segnalando un malcontento diffuso e trasversale nella società slovacca.
Le manifestazioni, che ricordano per dimensioni e intensità quelle del 2018 in seguito all’omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak, si concentrano su due punti principali: la preoccupazione per un possibile allontanamento della Slovacchia dall’Unione Europea e dalla NATO e il rifiuto dell’alleanza con la Russia. I manifestanti, brandendo bandiere europee e slogan contro il governo, hanno accusato Fico di tradire i valori democratici e di compromettere la stabilità geopolitica del paese.
Accuse di colpo di Stato e clima di tensione
Il premier Fico ha reagito alle proteste con dichiarazioni controverse, accusando senza fornire prove concrete l’opposizione progressista di orchestrare un tentativo di colpo di Stato. Secondo Fico, le manifestazioni sarebbero state alimentate da influenze esterne, tra cui esperti coinvolti nelle rivoluzioni del 2014 in Ucraina e del 2003 in Georgia. “Non permetteremo che il nostro paese venga destabilizzato da forze che agiscono al di fuori delle regole democratiche,” ha affermato Fico in un discorso televisivo, sottolineando che un cambio di governo può avvenire solo attraverso elezioni regolari.
Queste accuse sono state prontamente respinte dall’opposizione e da diversi gruppi civici, che le hanno definite un’azione diversiva per sviare l’attenzione dai problemi interni del governo. Al centro delle critiche ci sono il presunto autoritarismo del premier, la sua gestione della politica estera e l’uso di retoriche divisive che rischiano di polarizzare ulteriormente la società slovacca.
La posta in gioco per la Slovacchia
La situazione politica slovacca riflette una spaccatura profonda nella popolazione. Da una parte, una fetta significativa del paese si oppone a un avvicinamento alla Russia, temendo che possa compromettere la sicurezza e l’indipendenza del paese. Dall’altra, il governo insiste sulla necessità di mantenere una posizione di equilibrio geopolitico, sostenendo che l’approccio filo-russo sia una scelta strategica per proteggere gli interessi nazionali.
Nonostante le pressioni, Fico continua a mantenere una fragile maggioranza parlamentare, anche se la prossima settimana è prevista una mozione di sfiducia che potrebbe mettere ulteriormente a rischio il suo governo. Nel frattempo, il popolo slovacco sembra deciso a non fermarsi, spingendo per un cambiamento radicale che salvaguardi l’orientamento pro-occidentale del paese.
Un futuro incerto
Le proteste in Slovacchia rappresentano un punto di svolta, non solo per il governo di Fico, ma anche per il ruolo del paese nell’Unione Europea. La mobilitazione di massa evidenzia una crescente consapevolezza civica e un chiaro rifiuto di politiche percepite come autoritarie o contrarie ai valori europei. In un contesto globale sempre più instabile, il futuro della Slovacchia dipenderà dalla capacità del suo governo e della sua popolazione di trovare un equilibrio tra gli interessi nazionali e l’appartenenza alla comunità internazionale.
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