PRIMA PAGINA-La sinistra è separata in piazza oltre che in casa
Un tempo, quando ancora c’era la politica, quella vera, che si faceva nelle sezioni dei partiti e non solo esclusivamente nei palazzi, men che meno sui social con spot a tratti imbarazzanti utili a strappare qualche visualizzazione in più, se va bene addirittura alcuni like, il peggiore problema della sinistra era rappresentato dalle continue diaspore. Oggi la questione è stata risolta alla radice: non esiste più alcuna neanche minimamente accennata unità della sinistra. In realtà, come sostiene più di qualcuno tra i nostalgici che si sentono pesci fuor d’acqua in partiti privi di qualsiasi vocazione e che hanno rinnegato anche la propria tradizione, probabilmente non esiste più neanche la sinistra. Il che di per sé risolve ipso facto il problema della ricerca di un’unità, delle minacciose diaspore pronte a incombere su un fronte comune, ma anche alcune contraddizioni. Su tutte quelle dei celebri comunisti con i Rolex, oggi si direbbe con la Tesla. Altre contraddizioni, invece, sono ben lungi dall’essere dissipate come appare evidente dalle adesioni o meglio, dalle mancate adesioni, alla ‘piazza a sostegno dell’Ucraina’ organizzata per oggi da Michele Serra. Tra un marasma di distinguo, strumentali puntualizzazioni, cervellotiche precisazioni e desiderio di distinguersi a tutti i costi, la sinistra manca l’ennesimo appuntamento con la storia per dimostrarsi se non unita, almeno compatta su un qualche minimo comune denominatore. E suona paradossale come siano da un lato le virgole e dall’altro le contraddizioni a fare la differenza circa la partecipazione alla manifestazione di piazza del Popolo. L’area centrista, ex terzo polo, parteciperà senza indugio come annunciato dai partiti di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Stessa linea quella di +Europa e Radicali che annunciano la propria presenza “con le bandiere europee, con quelle ucraine e soprattutto ripetendo un concetto fondamentale: senza riarmo non vacilla solo l’Unione Europea, ma vacillano le nostre democrazie e le nostre libertà”. Lo stesso riarmo che fa raccapricciare la pelle agli anticapitalisti amanti delle costose auto elettriche (ex orologi di lusso) e a parte del Pd? Ebbene sì, proprio così. E ancora non è tutto. Il partito di Elly Schlein, infatti, aderirà alla piazza pur dilaniato al proprio interno da divisioni nette emerse in tutta la loro imponenza in occasione del voto sul programma di riarmo in ottica di una difesa europea comune lanciato da Ursula von der Leyen. La votazione a Strasburgo ha visto la delegazione dem letteralmente spaccata tra chi si è astenuto e chi, invece, si è espresso a favore del piano, disconoscendo la linea della segretaria. E se la rottura interna i dem rappresenta già di per sé un problema, ancora più grave per il Pd è il rischio di trovarsi isolato nella famiglia dei socialisti europei, tutti a favore del programma proposto dalla Commissione Ue. Ben lontano da piazza del Popolo sarà invece Giuseppe Conte, l’alleato a fasi alterne con il quale Elly Schlein ipotizzava di costruire un campo largo alternativo al centrodestra. Per il leader pentastellato la manifestazione sarà inquinata da troppi “esponenti politici che sono assolutamente favorevoli al riarmo e quindi vorrebbero in qualche modo proseguire in questo scontro militare con la Russia” per potervi partecipare. Meglio organizzarne una propria il prossimo mese, giusto per essere sicuri di distinguersi. Tanto le distinzioni a sinistra sono tutt’altro che rare. Risulta evidente dalle altre due manifestazioni che si terranno oggi nella Capitale, quella di Potere la Popolo indetta a piazza Barberini che rigetta ogni iniziativa di difesa europea e quella organizzata da Marco Rizzo a Bocca della verità che si pone come “l’unica piazza della pace e della sovranità del popolo italiano contro un’Europa del riarmo che dimentica ogni questione sociale e vuole spendere in armamenti i soldi destinati a sanità, stato sociale, politiche per il lavoro e attività produttive”. La domanda sorge spontanea: sarebbe questa accozzaglia senza né arte né parte l’alternativa al centrodestra? Ed è normale che questa sinistra priva di alcun elemento comune provi a far risaltare le differenti anime della maggioranza che pure riesce a trovare sempre una sintesi? La risposta non arriverà certo dalle piazze che si riuniranno oggi, dalle quali risalterà solamente la distanza siderale di una sinistra ben lontana dall’essere unita.
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