Editoriale

La sinistra è peggio del Cio

di Adolfo Spezzaferro -


La sinistra italiana è riuscita a fare peggio del Cio: se alle Olimpiadi di Parigi è stato tradito lo spirito olimpico, permettendo a una donna con il corpo e la forza di un uomo di salire sul ring in un incontro di box con una donna a tutti gli effetti, a casa nostra, pur di difendere l’indifendibile, le anime belle dell’inclusività e gli alfieri dell’ideologia gender e woke, sono riusciti a oltraggiare le donne. Il cortocircuito della sinistra è tutto nella difesa dell’algerina Imane Khalif contro la nostra Angela Carini. Per affermare il dogma del gender, le compagne italiane hanno espresso la loro totale misoginia con nonchalance. Il paradosso è che la nostra Angela, che dopo pochi secondi e dopo un pugno molto forte ha deciso di interrompere l’incontro, va attaccata perché fa la vittima, e soprattutto perché è difesa dal centrodestra. Peccato che è una donna, che dovrebbe essere in cima all’agenda politica universale eterna della sinistra, accanto a diritti Lgbt e immigrazionismo (ah, no quasi dimentichiamo: la legalizzazione delle droghe). Invece stavolta la donna non conta niente: conta di più difendere il diritto di una tizia con il fisico di un uomo a massacrare una donna perché il Cio ha detto che è tutto in regola. Ora, posto che quel combattimento non avrebbe mai dovuto avere luogo, perché alle Olimpiadi Khalif non doveva essere ammessa, la polemica della sinistra nostrana è ancora peggio del tradimento totale dello spirito olimpico, secondo cui l’unica parità che conta non è quella di genere, ma quella agonistica. Angela non poteva combattere ad armi pari, eppure su quel ring ci è salita, ci ha provato a difendersi dall’ingiustizia, dal sopruso dell’ideologia gender. La verità è quella espressa limpidamente dalle parole di Angela: “Tutte le polemiche non sono state qualcosa che mi ha fermata o bloccata mentalmente. Sono salita sul ring per tirare fuori tutta me stessa, a prescindere dalla persona che avevo di fronte. A prescindere da tutte le polemiche, volevo solo andare avanti e vincere”, ha detto la pugile napoletana. “Poteva essere il match della mia vita, ma ho dovuto pensare a salvaguardare la mia incolumità. Sentivo di doverlo fare, anche se non ho mai avuto paura di salire su un ring”, ha detto subito dopo il match, aggiungendo che “esco ha testa alta”. “Sono e resto una guerriera, mio padre mi ha insegnato così”. Speriamo bene che quest’ultimo passaggio non sia sfruttato dalla sinistra per tacciare Angela oltre che di vittimismo pure di vittima del patriarcato. La situazione è grave anche se ridicola: da un lato abbiamo la sinistra che difende a testa bassa una tizia con un destro da maschio perché ha tutto il diritto di menare le donne sul ring (mai che una donna trans voglia affrontare i maschi invece che le femmine, ma questo è un altro discorso), così come abbiamo la schiera di chi dice che l’incontro era alla pari, era leale, perché i livelli di testosterone dell’algerina erano a norma e altre supercazzole del genere; dall’altra parte abbiamo il governo e il centrodestra che contestano al Cio la decisione di far combattere Khalif contro Angela. In mezzo ci stanno quei due commentatori Rai che in diretta hanno detto che si dissociavano dalla brutta figura, ossia da Angela che interrompeva l’incontro perché non voleva essere ingiustamente massacrata. Ecco, forse i peggiori sono stati proprio quei due commentatori. Forse.


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