La sinistra a tre piazze conosce il Paese reale?
Scusate ma del Titanic, ancora vi devo parlare cantava De Gregori qualche decennio fa, ricordando la dolce ossessione per il transatlantico delle meraviglie cui ha dedicato tante canzoni e un intero LP. Non vorremmo noi sembrarvi ossessionati dalle dinamiche interne ai partiti italiani, ed in particolare alla sinistra, al PD, alle piazze che oggi si sfideranno l’un l’altra anziché marciare compatte e tentare di offrire un’alternativa credibile alla destra. Perché poi la destra è divisa quanto è più della sinistra, tanto che FdI e Forza Italia hanno votato in modo opposto alla Lega. Però il dovere del cronista è osservare la realtà e raccontarla, prima ancora che commentarla. Che succede oggi, nella realtà, dentro e fuori la politica? Succede che un pregiudicato, Fabrizio Corona, va in scena sul palcoscenico di un glorioso teatro milanese, insulta con violenza la Lucarelli interagendo in modo osceno con una sua sagoma, attacca Del Debbio, Giordano, Elodie e tanti altri, senza argomentare ma solo insultando.
Perché dobbiamo subire questo spettacolo indecoroso, e soprattutto perché c’è gente che quel teatro lo riempie, paga il biglietto, applaude e ride di gusto? Sarebbe una domanda da farsi, per i partiti. Perché a furia di fingere sia normale, l’anormalità -anche la più schifosa- normale ci diventa. Ma cosa c’entra Corona con i separati in piazza che oggi sfileranno a Roma? C’entra, perché per proporre un’alternativa serve conoscere profondamente il paese e comprendere quanto sia necessario unirsi pur mantenendo le proprie diversità. Il paese reale, gli umori profondi, i bisogni, i sogni e anche gli incubi vanno affrontati, non ignorati. Corona alza l’asticella perché ha capito che una nicchia di pubblico vuole fortissimamente quello schifo. E questa evoluzione (per chi scrive involuzione) sociale è molto più importante delle lotte di potere interne che oggi impegnano TUTTI i partiti italiani, nessuno escluso. E invece il panorama politico si rivela piuttosto desolante, perché chiuso ed autoreferenziale: di cose reali parla poco e niente.
La destra si blinda, minimizza le devastanti spaccature che la dilaniano, opta per una narrazione trionfalistica (che spesso passa), ed argina le sbavature dei vari Delmastro e Lollobrigida serrando i ranghi. La sinistra invece si specchia, si decompone, fa polemica contro sé stessa, si anima per un tema importante come l’Europa, ma rianimatasi ricomincia subito a litigare. Sullo sfondo di queste dinamiche è sempre più difficile scorgere grandi ideali, e sempre più facile leggere lotte di potere interno. Manlio Messina dice che FdI in Sicilia è una polveriera, e con onestà si dimette: ma cosa deve pensare chi in Sicilia ha dato fiducia a FdI e vede i suoi farsi la guerra? Guerra che è evidente nel PD, con la fronda guidata da Picierno che insidia la segretaria Schlein e convince anche Bonaccini a votare in dissenso dalla volontà di Elly. Chi sperava in un PD diverso, aperto, unito, liberato dalle catene degli interessi interni di piccolo cabotaggio, che deve pensare? E chi vota a sinistra sperando in un’alternativa di coalizione, cosa deve pensare dell’ormai palese detestarsi fra una parte importante del PD (la cosiddetta minoranza interna, che tanto minoritaria non è) e il Movimento Cinquestelle? Conte guadagna punti fra i suoi simpatizzanti col riuscito blitz a Strasburgo, ma sui social viene massacrato dai riformisti PD, i quali vengono stangati a loro volta dagli elettori grillini, che urlano a gran voce il desiderio di emanciparsi dai piddioti (in molti ancora li chiamano così) e correre da soli.
A latere la sinistra più sinistra, che vede di cattivo occhio tanto il M5S che il troppo centrista PD. Ed ecco le tre piazze di oggi e la quarta differita ad aprile: piazza del Popolo piena di cantanti, attori, giornalisti e registi convinti di saperne di politica (più Schlein, Fratoianni e Bonelli). Piazza Barberini coi duri e puri di Rifondazione e PaP, ed altri attori, registi e teatranti che si chiedono cosa c’entri con la sinistra chi vota per il riarmo in Europa. Piazza Bocca della verità con Marco Rizzo e i suoi rossobruni. Infine, ma il
5 novembre, la piazza “solitaria” dei 5stelle. Miei cari compagni, perché queste facce? cantava Pietrangeli, ed oggi gli si potrebbe rispondere in modo semplice: perché mentre Corona riempie i teatri e Meloni governa, di là si assiste al giochino di correnti e subcorrenti, e non si è capaci nemmeno di proporre una piattaforma per una piazza unitaria e manifestare insieme.
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