La semplicità di Roma nei piatti belli e disarmanti di Romeo
A Testaccio, cuore pulsante di Roma, dove le tradizioni culinarie sono tanto radicate quanto i sampietrini che pavimentano le strade, è nato un nuovo ristorante che promette di conquistare i palati più esigenti e le anime più romantiche della città: parlo di Romeo, un angolo di romanità che, con una sola forchettata, ti catapulta nel cuore dei vicoli storici della capitale. Come ogni storia d’amore che si rispetti, questa inizia con una promessa di piatti semplici ma irresistibili, preparati con passione e un pizzico di magia. Appena entri nel locale, ti colpisce subito l’atmosfera. Tavoli con tovaglie a quadri bianche e rosse, una luce calda che fa sentire subito a casa. Qui la romanità non è solo nei piatti, è nell’aria che respiri, nei sorrisi dei camerieri, nel profumo che invade la sala. C’è qualcosa di speciale nel ristorante Romeo, che riesce a farti sentire come se ogni piatto raccontasse una storia, come se fosse stato preparato con l’amore di una nonna che sa come farci sentire sempre a casa.
E quando parlo di piatti, chiaramente non parlo di cibo qualsiasi. Qui ho assaporato la cucina romana nella sua essenza più pura. Massimo Scordino, il fondatore, mi racconta con entusiasmo quanto abbia voluto mantenere la semplicità della cucina romana di ogni giorno, quella che racconta le tradizioni, che sa di casa e che si sposa perfettamente con l’atmosfera di Testaccio, un quartiere dove il passato convive con il presente.
Ogni piatto sembra raccontare una storia di Roma che non passa mai di moda. E se mi si chiede come iniziare, non posso fare a meno di consigliarvi i tonnarelli freschi. Se ci sono due parole che li descrivono perfettamente, sono “sapore” e “tradizione”. Fatto a mano, come una volta, sono l’abbraccio perfetto per i sughi romani. Cacio e pepe, amatriciana, gricia… ogni sugo è un viaggio nei vicoli di Roma, e non c’è nulla di più appagante che raccogliere quel sugo abbondante con ogni forchettata di pasta. E se dovessi scegliere il piatto più rappresentativo di Romeo, direi senza ombra di dubbio i carciofi alla giudia, croccanti e dorati, che ti fanno dimenticare tutto il resto del mondo. Non so se sia la semplicità della preparazione o il sapore che ti avvolge, ma è uno di quei piatti che non ti aspetti, che ti fa sorridere alla vita e ti fa sentire davvero parte di questa città.
Ma non fermiamoci qui. Quando pensi che il ristorante non possa darti più niente, arriva la pizza romana: sottile, croccante e cotta nel forno a legna. La prima cosa che mi colpisce è la base, così leggera che quasi non sembra pizza, ma poi arrivano i condimenti, che ti fanno rimanere senza parole. La Cesare, con sfilacciato di pollo e patate, è un piacere semplice ma che non ti stanchi mai di gustare. La Alicetta, con il suo mix di filetti di alice, stracciatella e crumble di olive taggiasche, è una novità che non ti aspetti, ma che ti conquista subito. La pizza a Romeo è proprio come dovrebbe essere: croccante ma non secca, sottile ma con un’anima, e ogni morso è una scoperta che ti fa venire voglia di assaggiarne ancora.
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