La rivincita delle periferie: lo sport come leva per rilanciare le aree disagiate
Attività ricreativa, elemento identitario e culturale, oltre che una leva strategica di sviluppo economico, lo sport rappresenta anche uno strumento fondamentale di socialità, crescita personale e collettiva. E di “inclusione”: un termine usato molto, ma spesso in maniera retorica, senza una visione sostanziale e soprattutto senza una progettualità concreta. In assenza di un piano di rigenerazione urbana e coesione sociale non ci può essere inclusione, e quale miglior forma di aggregazione se non la pratica sportiva? Non a caso, fra gli interventi prontamente messi in campo dal governo a Caivano in risposta alle drammatiche vicende emerse nell’estate 2023, come il caso delle due bambine abusate in un contesto di degrado sociale e assenza delle istituzioni, spicca la riqualificazione dell’ex centro sportivo Delphinia, in stato di abbandono da anni, trasformato in pochi mesi da “zona franca” alla mercé di criminali e spacciatori a moderno impianto intitolato a Pino Daniele e restituito alla comunità. Uno spazio “non per i cittadini, ma dei cittadini”, dove questi si possano sentire parte integrante di un progetto. Ed è proprio grazie al progetto “Illumina Caivano”, affidato dall’esecutivo Meloni a Sport e Salute, che l’obiettivo di creare un luogo che favorisca la coesione sociale per contrastare la criminalità giovanile l’ attraverso lo sport oggi è realtà. Un “modello”, un esempio per la riqualificazione delle periferie più difficili del nostro paese, che ha dato impulso alla volontà di estendere questa strategia a sette aree urbane caratterizzate da una forte vulnerabilità sociale: Rozzano a Milano, Quarticciolo a Roma Scampia-Secondigliano a Napoli , Orta Nova a Foggia, Rosarno-San Ferdinando a Reggio Calabria, San Cristoforo a Catania e Borgo Nuovo Palermo. Il progetto, annunciato dai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, mira a offrire nuovi spazi di aggregazione e crescita, di socializzazione e prevenzione del disagio giovanile, restituendo spazi sicuri e accessibili alle comunità locali contrastando al contempo il degrado urbano grazie al ripristino di aree abbandonate e cantieri incompiuti in tutta Italia trasformandoli in centri sportivi. L’iniziativa congiunta dei due dicasteri si inserisce in un’ottica di interdisciplinarietà con una strategia mirata e coordinata, anche per superare l’approccio frammentato e settoriale e costruire un sistema sportivo nazionale più moderno, accessibile e sostenibile. Per finanziare il progetto, il governo attingerà al fondo per lo Sviluppo e la Coesione destinato a interventi strutturali di lungo termine. Questo approccio permetterà di assicurare risorse adeguate per la riqualificazione e la valorizzazione degli spazi senza dipendere esclusivamente da fondi straordinari. La messa a terra del piano nazionale di interventi sarà effettuata coinvolgendo anche enti locali, associazioni sportive e privati interessati a collaborare nella gestione e valorizzazione degli impianti recuperati.
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