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La risposta Ue ai dazi Usa, solo Orban dice no ai controdazi

di Angelo Vitale -


L’Ue si appresta oggi a votare le contromisure ai dazi statunitensi attraverso un comitato tecnico dei 27 Stati membri che approverà definitivamente di due tranche di dazi sui prodotti Usa: secondo le previsioni in una prima fase, dal 15 aprile, dazi dal 10% al 25% su motociclette Harley-Davidson, yacht, jeans Levi’s, mais, burro d’arachidi e succo d’arancia, in una seconda fase, dal 15 maggio, l’estensione a diamanti, alimentari specifici e prodotti in legno, in una terza fase, dal primo dicembre, soia, mandorle, noci e carne bovina, con un focus strategico sugli Stati americani a maggioranza repubblicana come Louisiana, Nebraska e Kansas.

Da giorni, è un vortice la ridda di indiscrezioni pubblicate dai media internazionali sulla risposta dell’Europa. Tra le più recenti quelle di Politico (titola “Dazi su camion, sigarette e gelati”), che attribuisce ai funzionari Ue anche una robusta dose di creatività nell’immaginare le più specifiche risposte alla scure di Donald Trump.

Secondo un documento interno visionato da Politico, la Commissione sta valutando l’imposizione di tariffe fino al 25 per cento su un’ampia gamma di esportazioni dagli Stati Uniti per un valore di circa 22,1 miliardi di euro, sulla base delle importazioni dell’Ue nel 2024.

L’elenco comprende materie prime agricole e industriali comuni, come soia, carne, tabacco, ferro, acciaio e alluminio, che colpiscono i settori americani che dipendono maggiormente dalle esportazioni transatlantiche.

Una volta approvata la lista (che tecnicamente è composta da più sottoliste), la prima serie di tariffe su prodotti come mirtilli rossi o succo d’arancia, inizialmente imposte dall’Ue nel 2018 durante la prima presidenza Trump ma sospese nel 2021, entrerà in vigore il 15 aprile. Dal 16 maggio entrerà poi in vigore un dazio del 25% su un secondo lotto di prodotti importati: acciaio, carne, cioccolato bianco e polietilene. Infine, il primo dicembre entrerà in vigore un dazio del 25% su mandorle e soia.

Nel complesso, secondo l’analisi dei dati commerciali del 2024 condotta da Politico, i dazi Ue dovrebbero colpire fino a 13,5 miliardi di dollari di esportazioni dagli Stati repubblicani colpendo, in particolare la soia, il prodotto più prezioso nella lista degli obiettivi dell’Unione, dal potente significato economico e simbolico per le roccaforti del Partito Repubblicano. Gli Usa sono il secondo produttore ed esportatore mondiale di soia, i dazi Ue colpirebbero un settore già duramente provato dalle misure di ritorsione della Cina, dalla crescente concorrenza globale e dal calo dei prezzi. E non è poco che l’82,5% delle esportazioni americane di soia verso l’Ue provenga dalla Louisiana, lo Stato d’origine del presidente della Camera Mike Johnson. Né è da trascurare che i produttori di soia statunitensi da settimane critichino duramente la belligeranza commerciale di Trump sostenendo che “i dazi non sono qualcosa da prendere alla leggera” e sollecitando l’amministrazione a “riconsiderare quelli contro Canada, Messico e Cina e quelli potenziali futuri”.

AGGIORNAMENTO

Il voto Ue ha confermato lo schema di date e il via dei controdazi da giorni noto. l’unica novità, il no dell’Ungheria alla manovra. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ribadisce la preferenza per un’attività negoziale con gli Usa e, in risposta a Donald Trump che ha invitato le imprese a fare investimenti negli Stati Uniti, ha invitato su X le imprese Usa in Ue. “Investi qui, trai beneficio qui”.


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