Torino

La rilettura dei Marcido dell’Uomo sofferente di Dostoevskij

di Redazione -


Da stasera (repliche sino a giovedì 31 ottobre) “Memorie del sottosuolo” è riproposto e ancora una volta ripensato “sulla misura” del particolarissimo palcoscenico del Marcido film! di corso Brescia, insostituibile Paolo Oricco del ruolo del protagonista. Doverosamente “da” Dostoevskij. Ancora una volta riconfermando nel piccolo spazio come le pagine dell’immenso Dostoevskij sin dalla fondazione siano state un prepotente richiamo per il gruppo dei Marcido, un percorso vagamente sotterraneo che qui sfocia dal basso ed esplode, pagine che fuoriescono e si concretizzano visivamente, in tutto il loro “straordinario fascino drammatico”. Già in precedenza avevo visto come “c’è Dostoevskij e c’è l’Isidori, il secondo ad “acchiappare”, anche lui, – rutilante e famelico quanto spudorato autore in cerca di un personaggio, che non esita a farsi complementare nel desiderio e nella necessità di una riscrittura -, la materia scritta che il russo gli offre e adattarla alla filosofia e alla teatralità dei Marcido, stiparla in quel bagaglio di palcoscenico che da sempre il gruppo costruisce e disfa per poi ricostruire, in una lodevolissima sperimentazione, efficace e guerriera, che gli è da sempre riconosciuta, adeguarla al “modo” interpretativo che della compagnia è proprio. Conseguenza (felice) prima, è “un’oralità dispiegata”, pietra angolare è la “voce”, ricerca sempiterna del gruppo, cui è anche per questa occasione affidato il nucleo primario. “E la ‘voce’ è l’attore” dice l’Isidori: e l’attore diventa voce, affascinante, spasmodica, mai ripiegata su se stessa ma esplosiva in ogni accento”.

La voce “è” Paolo Oricco, un successo tutto personale, un eccellente tour de force, una gimkana che attraversa il testo in pienissima libertà, in un saliscendi ininterrotto di vette e di profondità: “sarei propenso – ricordavo – a pensare che, questa volta, l’attore con tutto il suo lavoro, orale e fisico, la sua negazione a risparmiarsi, il suo saper costruire un personaggio fuori di ogni dimensione, agghindato di ogni libertà interpretativa e arricchito della ricerca, e della riuscita, sulla sua propria voce, superi il testo e il non facile compito del co-autore, dell’Isidori, affascinante, chi mai lo negherebbe?, ma affaticante al tempo stesso, ricco di una scelta finissima di parole che a tratti finiscono coll’affastellarsi oltre ogni argine, debordanti in quel loro incessante rotolare in platea.”

Alle spalle di Oricco, la grande pala/sipario realizzata e rivisitata per l’occasione da Daniela Dal Cin, una vera opera pittorica ispirata al “Trionfo della Morte”, affresco quattrocentesco di Palazzo Abatellis a Palermo, grottesco e ossessivo, un livido marasma bruegeliano modernamente inteso, dove l’uccellaccio della preistoria viene a recidere vite con quei falcetti che tiene tra gli artigli.

Questo il primo appuntamento dei Marcido per la stagione. Dal 13 al 15 “Studio per le Baccanti”, anche qui – manco a dirlo – “da” Euripide, ancora una rappresentazione incaricata di portare in scena la pura partitura vocale, in vista – per i festeggiamenti del quarantennale della compagnia – della messinscena finale delle “Baccanti”, deus ex machina ancora l’Isi pirotecnico, dal 25 febbraio al Gobetti, coproduzione con la Fondazione del Teatro Stabile torinese. A seguire, dal 18 al 20 dicembre, la ripresa del “Malato immaginario” di Molière, autore studiato e inseguito, ripreso negli anni in buona compagnia di “Misantropo”, “Avaro”, “Tartufo” e “Borghese”.

e.rb. (ilTorinese.it)

Nelle immagini, Paolo Oricco in alcuni momenti dello spettacolo.

Teatro MARCIDOFILM! – Torino – corso Brescia 4/bis (int. 2)

orari recite: da lunedì a giovedì ore 20.45

ingresso: intero euro 20 / ridotto euro 15

info e prenotazioni: 011 8193522 – 329 9611663 (segreteria)

info.marcido@gmail.com

www.marcido.it


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