Editoriale

La retorica pelosa degli eco vandali

di Laura Tecce -


C’è chi li definisce eco vandali, chi i paladini del green che ci salveranno dal collasso eco climatico. Sono gli attivisti di Ultima Generazione che, emuli di Greta Thunberg e di gretini vari, ogni tot di mesi decidono di dare un senso alla loro esistenza con azioni di “resistenza climatica non violenta”. Una sorta di disobbedienza civile ghandiana, almeno nelle loro intenzioni. Mahatma Gandhi però guidò la lotta non violenta per l’indipendenza dell’India dal dominio britannico attraverso il Satyagraha, vale a dire la resistenza pacifica. E non faceva danni, loro sì. E anche quando non danneggiano monumenti e opere d’arte e non creano enormi disagi ai cittadini con i blocchi stradali, le loro proteste sono comunque fastidiose e plateali. Per attirare l’attenzione mediatica, come è puntualmente avvenuto con il flash mob di mercoledì mattina davanti a Montecitorio. Come sempre, il focus della loro azione è stato incentrato sulle conseguenze della crisi climatica: con la campagna “il giusto prezzo”, gli attivisti hanno voluto porre l’attenzione sull’emergenza siccità, le ondate di calore “anomale”, le grandinate e le alluvioni che devastano i campi compromettendo raccolti e coltivazioni, sulle conseguenze economico sociali che ciò comporta e per sollecitare le istituzioni ad intervenire “immediatamente per garantire un giusto prezzo al cibo, equo per chi compra e per chi produce”. In linea di principio tutto giusto ed encomiabile salvo poi spiegare il lancio di frutta e verdura marci in piazza del Parlamento con la solita retorica pelosa. “Abbiamo lasciato qui del cibo marcio perché è marcio il sistema”, ha spiegato uno dei manifestanti: più uno slogan da centro sociale che da ambientalista, e ancora: “vogliamo che a finanziare questa transizione verso un sistema agricolo più sostenibile non siano le nostre tasse ma gli extraprofitti dei reali responsabili della crisi attuale”. Chi siamo costoro non è specificato ma possiamo ipotizzarlo: i cosiddetti “poteri forti”? Le lobby che “faranno di tutto pur di mantenere un profitto economico”? le stesse lobby che, si legge nel sito di Ultima generazione, “condanneranno a morte anche milioni di persone se necessario. Abbiamo il dovere morale di ribellarci a questo genocidio programmato. Se non protestiamo, se accettiamo questo crimine senza ribellarci, ne saremo complici”. Toni apocalittici, ma anche questa non è una novità, il furore ideologico di certi estremisti green è ben noto. Quel che è cambiato è il modus operandi: non più vernice su monumenti, opere d’arte e palazzi istituzionali ma lancio di frutta e verdura. E la motivazione è presto spiegata: lo scorso marzo il tribunale di Roma ha condannato i tre attivisti di Ultima Generazione che nel gennaio 2023 gettarono vernice arancione lavabile sulla facciata di Palazzo Madama a otto mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 60.000 euro in favore delle parti civili: il Senato stesso, il ministero della Cultura e il Comune di Roma. Nonostante la vernice fosse lavabile e la facciata sia stata ripulita rapidamente, il giudice ha ritenuto sussistente il reato di danneggiamento aggravato. Insomma, va bene “risvegliare le coscienze” per renderci consapevoli dell’imminente “collasso climatico” ma se fatto senza dover sborsare poi denaro è meglio.


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