La “resurrezione” della coscienza dal Papa a Neruda
Davanti a migliaia di fedeli e pellegrini accorsi da tutto il mondo per ascoltare il Papa, il Vicario di Cristo dopo la messa di Pasqua che ha presenziato concelebrando la liturgia con oltre 350 fra cardinali, vescovi e sacerdoti, senza celebrarla direttamente – sull’altare il decano del collegio Cardinalizio Card. Giovan Battista Re – la solenne messa si è aperta con Resurrexit, ad annunciare la resurrezione del Cristo, anche se il Papa non ha tenuto l’omelia. A fine messa dopo il giro in macchina tra la folla di rito, a mezzogiorno dalla loggia centrale affacciatosi per la benedizione urbi et orbi ha affermato : “La Pace non si fa con le armi ma tendendo le mani e aprendo i cuori” ribadendo tale concetto anche il lunedì dell’angelo definendo la pace un dono per i popoli martoriati. Papa Francesco sembra aver ripreso le forze e nel suo discorso di Pasqua, infatti, ha ripercorso i drammi di oggi, auspicando in particolare uno scambio di prigionieri fra Russia ed Ucraina, “Tutti per Tutti” ha detto. Poi l’appello forte è stato perché sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, al rilascio dei prigionieri del 7 ottobre ed ad un immediato cessate il fuoco, appello condiviso con un fortissimo applauso dalla piazza. E ancora ha detto Bergoglio: “Quanta sofferenza vediamo negli occhi dei bambini, che hanno smesso di sorridere”. Una tema molto sentito, che già aveva sottolineato nelle meditazioni della via Crucis di venerdì scorso che ha seguito da santa Marta per riguardarsi dall’umidità serale. Nella stessa direzione si è svolta l’udienza generale di mercoledì scorso, 27 marzo, dove Francesco accoglie due uomini uniti dallo stesso dolore, ossia Bassam Aramin e Rami Elhanan, uno israeliano e uno arabo- palestinese, a cui sono state uccise le figlie di 10 e 13 anni. Dopo tale tragedia, si sono ritrovati in una associazione che prova ad attivare un percorso di riconciliazione. Il Pontefice in tal senso ha affermato: “Loro non guardano all’inimicizia della guerra, ma l’amicizia di due uomini che si vogliono bene e che sono passati per la stessa crocifissione”. La Pasqua quindi è questo, ossia la crocefissione e la sofferenza di un uomo (considerato dai cristiani figlio di Dio) per la salvezza del mondo intero. Sicuramente tale festività religiosa è una delle più importanti sia per gli ebrei che per i cristiani di tutto il mondo, Dando un cenno delle differenze si può dire che la Pasqua o Pesach ebraica, durava otto giorni e cade nel mese di Nisan con i vari rituali come il Seder che consiste in una cena dove si pregava e si leggeva la Torah (ossia la legge), è una celebrazione che commemora la liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto, mentre la Pasqua cristiana celebra come noto, la resurrezione di Gesù Cristo. Quindi si celebra la prima domenica dopo la prima Luna piena di primavera, tra il 22 marzo e il 25 aprile. La celebrazione si svolge durante la settimana santa, che inizia con la Domenica delle Palme e culmina con il Triduo pasquale, ovvero il giovedì, il venerdì e il sabato santo. Durante il giovedì santo viene celebrata l’Ultima Cena, durante la quale Gesù istituì l’Eucaristia e dove il Papa quest’anno ha lavato i piedi a delle detenute di Rebibbia profondamente commosse ed emozionate. Il venerdì santo rappresenta il giorno della morte di Gesù sulla croce, mentre il sabato santo è il giorno in cui Gesù è stato sepolto. Pertanto la Veglia e la notte santa del sabato preparano la Risurrezione della domenica di Pasqua. Ci si augura che oltre alla resurrezione del Signore questa Pasqua possa portare anche la rinascita delle coscienza e soprattutto del cuore soprattutto dei potenti del mondo, a salvaguardia dell’umanità intera che è impaurita e ferita, che si possa trovare dunque come ha affermato il Sommo Pontefice, “la strada verso la luce”. La gioia del messaggio pasquale può essere reso poetico attraverso Pablo Neruda il quale affermò: Nascere non basta. E per rinascere che siamo nati. Ogni giorno. Quindi rinnovarsi sempre spetta ad ognuno di noi, nessuno escluso.
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