La proposta Anbi alla Ue: un Pnrr Acqua con gli eurobond
La Cop29 in sostanziale panne, l’Europa insidiata dai fenomeni meteo estremi come la Dana che ha sconvolto la Spagna: in questo scenario l’Anbi lancia all’Unione Europea la proposta per un Pnrr Acqua che potrebbe essere finanziato tramite l’emissione di eurobond.
“Un’ipotesi riscontrabile anche dall’Agenda Draghi – evidenzia Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue – . L’adattamento alla crisi climatica ed alla conseguente estremizzazione degli eventi atmosferici accomuna ormai tutta l’Europa: solo negli scorsi 30 anni, le alluvioni hanno causato danni per oltre 170 miliardi di euro, coinvolgendo 5 milioni e mezzo di persone con quasi 3mila vittime. Di contro, nella recente annata agraria in Germania la carenza idrica ha provocato la perdita del 30% della produzione di barbabietole da zucchero”.
L’Anbi cita Draghi, che già nel 2022 in Senato aveva prefigurato la necessità di un Piano più ampio per affrontare i temi della carenza idrica e nel settembre scorso ha aperto nettamente all’utilizzo degli eurobond per finanziare quanto occorre all’Europa. “Di fronte all’epocale ed urgente necessità di interventi, serve uno strumento straordinario di debito comune – ribadisce il dg Anbi Massimo Gargano – . Che sia però articolato sulle esigenze territoriali, perché le necessità idriche dell’Italia sono diverse da quelle dei Paesi nordici: da noi l’acqua non è solo un elemento ambientale, ma un fattore produttivo, determinante per l’eccellenza agroalimentare del nostro Paese. È la storia di questi anni che suffraga la nostra richiesta di revisione della Direttiva Quadro Acque, che risale ad inizio 2000”.
“In un’Italia complessivamente in ritardo – aggiunge Vincenzi – i Consorzi di bonifica ed irrigazione italiani sono in linea con i cronoprogrammi del Pnrr post Covid e, tra un anno, saranno in grado di certificare il risparmio di un miliardo di metri cubi d’acqua, grazie ad interventi per 2 miliardi e 300 milioni di euro in corso d’opera e che si affiancano ad un altro paio di miliardi da ulteriori fondi comunitari. Il nostro è un modello, che funziona. È per questo che chiediamo il rispetto ovunque dei principi di autogoverno e sussidiarietà, sanciti dal Protocollo Stato-Regioni del 2008”.
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