La politica combatta la ludopatia che devasta le famiglie
Alessandro Florenzi è un grande calciatore di Roma, Milan e Nazionale, Campione d’Europa con gli azzurri nel 2021 ed autore di un clamoroso goal al Barcellona da oltre cinquanta metri. “Cosa abbiamo visto!! Cosa abbiamo visto all’Olimpico!! Goal incredibile!” urlava entusiasta Sandro Piccinnini quando il pischello di Vitinia mise la palla all’incrocio da posizione impossibile. Florenzi una volta festeggiò salendo in tribuna ad abbracciare la nonna, e da allora venne soprannominato Bello de nonna da tifosi e radiocronisti locali. Fa una certa impressione, dunque, leggere che Bello de nonna avrebbe giocato -e perso- cifre incredibili con le scommesse online e il gioco d’azzardo: si parla di 300mila euro in un solo pomeriggio. Cifre analoghe pare abbiano perso altri calciatori importanti, come Fagioli che è uno dei protagonisti dell’inchiesta ed è finito anche in brutti giri di genere usurario, tanto da subire tremende minacce da un creditore: “lo giuro sui miei bambini, se mercoledì non ho i soldi vengo a Torino e ti faccio smettere di giocare. Ti levo pure la penna per firmà i contratti perché sei un cesso”. Tanti nomi sono dentro ed è probabile che di giri simili ve ne siano altri ancora, che noi non conosciamo e forse non conosceremo mai. Le reazioni che leggiamo a questa vicenda spaventosa per caratteristiche, contorni e dimensioni, vertono soprattutto su un punto. È mai possibile -si chiedono in tanti- che ragazzi che guadagnano milioni, che hanno praticamente tutto, che fanno ciò che gli piace ricevendo a vent’anni cifre che eccellenti professionisti non vedranno durante tutta la loro carriera, possano bruciarsi così? A che serve giocare se sei già pieno di soldi? A cosa servirebbe, in effetti, vincere dei soldi se ne hai tanti da non sapere come spenderli? Questo ragionamento apparentemente logico, però, è sbagliato, fallace. La ludopatia, infatti, è una malattia vera e propria, e sta devastando milioni di famiglie in tutta Europa, Italia in testa. Autorevoli studi compiuti sul cervello da Luke Clark, dell’Università di Cambridge, rivelano come il gioco d’azzardo attivi aree del cervello precise, stimolando meccanismo di piacere e di ricompensa con una rapidità ed un forza potentissime. Un giocatore d’azzardo nella stragrande maggioranza dei casi presi in esame prova piacere indipendentemente dal guadagno o dalla perdita, e di questo va tenuto conto quando si parla di questa piaga. Inoltre è stato evidenziato scientificamente come l’azzardo abbia una capacità di creare entusiasmo prima e dipendenza poi in modo paragonabile (in certi soggetti maggiori) a quello di sostanze come la cocaina. Le strutture cerebrali implicate nel gioco patologico e le sostanze secrete, offrono uno scenario del tutto simile se non sovrapponibile alla dipendenza da sostanze psicoattive. Adesso però smettiamo di pensare ai calciatori miliardari che bruciano cifre enormi, e valutiamo un dramma ben più frequente: padre o madre di famiglia che brucia al gioco l’intero stipendio, la pensione, la liquidazione. È un fenomeno devastante, che ha impoverito il tessuto sociale molto più di quanto si pensi e ha letteralmente rovinato la vita d’una quantità gigantesca di famiglie italiane, con tanto di suicidi e tragedie annesse. Cosa ha fatto e sta facendo la politica per limitare questo violentissimo e sempre più pericoloso fenomeno sociale che di positivo non ha nulla? Davvero poco, o meno di poco. “Ti piace vincere facile?” è l’ammiccante slogan col quale si pubblicizzava il Gratta e vinci, ingannando ignari consumatori e instradandoli verso una china rischiosa, ad alta possibilità di cadere nella dipendenza. Anche le presunte proibizioni alla pubblicità di scommesse e siti di gioco, vengono aggirate con enorme semplicità, giacché si pubblicizzano siti simili che danno informazioni sulle quote e dritte sulle statistiche, come se non sapessimo tutti -dai noti testimonial al vasto pubblico che quelle réclame le guarda- che si invoglia vieppiù a giocare, con buona pace dell’ipocrita pecetta “gioca responsabilmente”. Quando capiremo che è una raccomandazione bugiarda e inutile come dire ad un tossico “usala ma senza esagerare”? Vogliamo augurarci che la tragedia di star del calcio rovinate e dei raduni azzurri trasformati in bische clandestine, invogli il legislatore a rivedere l’atteggiamento complessivo riguardo al gioco, con progetti di educazione e prevenzione efficaci, e se serve, con qualche proibizione in più, ché poter scommettere sul primo fallo laterale è una follia insensata.
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