La pancia e la testa degli elettori americani
A quanto pare, Trump ha parlato alla pancia degli elettori americani, la Harris al cervello; gli elettori hanno preferito seguire la “panza”, piuttosto che il cervello. Questa è la spiegazione dei più “autorevoli” commentatori. Il sottinteso evidente è che la parte migliore dell’America risiede a Hollywood o almeno, in mancanza del privilegio residenziale, segue le indicazioni di voto delle stars; mentre farmers e cowboys usano cappelli texani, per nascondere il nulla che c’è sotto il cappello. L’America colta e raffinata ha votato Harris, quella umile e ignorante ha votato Trump. Non è la prima volta che ci imbattiamo in commenti simili; anzi, per dirla tutta, si può osservare una connessione ricorrente: quando le sinistre vincono, l’elettorato viene lodato per la sua “maturità” intellettuale; quando perdono, è colpa dell’elettorato rozzo e ignorante, che segue la pancia.
In verità, la prima maniera di seguire la pancia è nutrire il sentimento di superiorità. L’intelligenza umana non è allocata da una parte sola; né politica, né etnica, né religiosa; e nessuna legge scientifica ha misurato la presunta superiorità. Assumere che la pancia stia da una parte e il cervello dall’altra significa postulare una superiore intelligenza (di una parte politica sull’altra) che non esiste; significa nutrire un preconcetto, coltivare un convincimento gratuito e immotivato. Coloro che credono alla dicotomia “pancia-cervello”, in corrispondenza con la discriminante destra-sinistra, sono i primi a confondere sentimento e ragione, pregiudizio e giudizio; ammantano ciò che sentono nell’intimità della persona, per pulsione invincibile, con paralogismi e ingannevoli deduzioni; ma al fondo, in mancanza di logica scientifica, c’è solo il sentimento. E infine: a quale parte del corpo possiamo ricondurre siffatto sentimento, se non alla pancia?
Ma supponiamo pure che molte più persone intelligenti stiano a sinistra, piuttosto che a destra. Per ciò stesso possiamo pensare che il programma politico dei presunti intelligenti sia migliore di quello dei presunti rozzi? Se rispondiamo affermativamente a questa domanda, abbiamo capito ben poco della politica. Alla sfera della politica afferisce molto più il valore che la sapienza; molto più ciò che gli uomini sentono, rispetto a ciò che sanno; l’assiologico, rispetto al logico; il progetto ideale, rispetto alla previsione scientifica. Per certi versi, la politica è una “livella”, sotto due profili: a) dotti e ignoranti si equivalgono, non è affatto detto che il programma dei primi sia migliore di quello dei secondi; b) tutti gli elettori votano di pancia e di cervello, e molto più di pancia che di cervello, in quanto l’intelletto, in linea di massima, giustifica a posteriori la scelta dettata dall’inclinazione passionale-sentimentale. I caratteri prerazionali della “simpatia” politica sono stata illustrati molto bene con l’immagine dell’uomo in groppa all’elefante (Haidt, Menti tribali): il corpo dell’uomo corrisponde alla componente intellettuale, quello dell’elefante alla componente passionale della scelta politica. In altri termini, l’elettore vota con prevalenza di pancia in entrambi i casi: sia quando vagheggia l’America “great again”, sia quando desidera esportare l’ideologia woke di matrice americana nel villaggio globale degli “uguali”. Ma in questo secondo caso, la prevalenza della pancia è ancora maggiore, perché segnata dall’irrazionale sentimento di superiorità. Inoltre la pancia di sinistra non è passata inosservata alla scienza sociologica (Ricolfi, Perché siamo antipatici), sotto un secondo profilo: i progressisti, molto più dei conservatori, fanno ricorso alle dissonanze cognitive (pancia), giacché devono giustificare il continuo fallimento di programmi pseudoscientifici, funzionali alla costruzione del domani “progressivo”, al quale i conservatori non aspirano affatto. Per esempio, il fallimento di ben 28 COP viene giustificato con COP 29 (proprio a Baku, dove il Presidente Aliyev dichiara che “il gas e il petrolio sono un dono di Dio”) e tuttavia il cow boy, che non crede nell’utilità della 29ma COP, pare abbia votato con la pancia, mentre i divi di Hollywood, promittenti salvatori della terra, pare abbiano votato con la testa.
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