La musica celtica di Ida Elena
di SACHA LUNATICI
È una delle principali esponenti della musica celtica italiana all’estero. Siciliana di nascita e romana d’adozione, la cantautrice Ida Elena (De Razza all’anagrafe, ndr) è uscita il 14 giugno con un nuovo singolo intitolato “Fr_Ida”. Il brano è un manifesto di affermazione femminile, ispirato dalle parole di Frida Kahlo, attraverso cui la cantautrice esprime la libertà della donna di sperimentare la vita in tutte le sue forme. Figlia dell’attrice Fioretta Mari e del musicista Armando De Razza, Ida Elena ha scelto un percorso artistico poco commerciale per l’Italia, trovando invece grande successo all’estero, in particolare in Svizzera, Austria, Francia e Germania. I suoi testi spaziano dalla vita quotidiana a temi magici e ancestrali, principalmente in inglese. Con “Fr_Ida”, torna a cantare nella sua lingua madre, l’italiano.
Come nasce la tua passione per questo genere di musica?
La mia passione per la musica è nata da bambina, quando rimanevo incantata ad ascoltare le sigle dei cartoni animati. Successivamente, mi sono appassionata al folk nordico, in particolare a quello celtico, e ne ho apprezzato anche la cultura. Negli ultimi dieci anni ho suonato questo genere di musica soprattutto tra Germania e Svizzera. Essendo un’amante del folk, ho recentemente scoperto le sonorità del mondo ispanofono e sudamericano, come si può evincere da “Fr_Ida”.
Perché hai deciso di lasciare l’Italia?
In Italia, purtroppo, si tende a non scommettere sulle novità e sui musicisti emergenti, che avrebbero bisogno di sostegno per costruire la propria carriera. Negli ultimi 15 anni ho suonato molto in Mitteleuropa, soprattutto in Germania e in Svizzera, dove ho vissuto negli ultimi sei anni. Mi sono sentita subito ben accolta e ho potuto costruire la mia identità artistica. Ho incontrato molti musicistidi diverse parti del mondo, con cui sono nate bellissime collaborazioni, come quella con Albert Dannenmann.
Cosa descrivi in “Fr_ida”?
“Fr_ida” è una via di mezzo tra le più belle citazioni di Frida Kahlo, un’artista geniale anche per il fatto che già 100 anni fa avesse compreso il concetto di self-branding, e la mia visione della vita. Grazie a questa sorta di maschera che ho voluto indossare interpretando in qualche modo Frida, mi sono permessa di essere molto più libera e di dare libero sfogo a molte mie sfaccettature.
Cosa senti di avere in comune con questa artista?
Ci sono molte cose che ci accomunano: l’amore per le farfalle, per l’arte naif, la voglia di libertà e autoaffermazione, e il desiderio di maternità che tarda ad arrivare. Era una donna e un’artista estremamente moderna e lungimirante.
Sei molto famosa all’estero. Come pensi di farti conoscere anche in Italia?
Non ho quasi mai scritto canzoni in italiano semplicemente perché l’italiano è la mia lingua e la rispetto. Credo che per scrivere qualcosa di significativo sia necessario trovare un equilibrio tra eleganza e sintesi. Per questo motivo ho scritto quasi esclusivamente in inglese, lingua che permette abbreviazioni e licenze grammaticali senza troppi storcimenti di naso. Ora sento di avere qualcosa da dire anche nella mia lingua e spero che il mio messaggio venga recepito.
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