La mossa del governo per togliere il giocattolo migranti alle toghe rosse
La mossa del governo per togliere il giocattolo dell’immigrazione alle toghe rosse. D’altronde, per un centrodestra che ha fatto del contrasto all’invasione dei clandestini uno degli obiettivi primari dell’azione politica, non è contemplata l’ipotesi di restare a guardare mentre i giudici tentano di distruggere a colpi di diritto europeo il modello Albania, quel laboratorio a cui la stessa Europa guarda con interesse al fine di capire se possa diventare uno strumento condiviso nella lotta al traffico di esseri umani. Le ultime sterzate dei giudici di sinistra della Sezione immigrazione del Tribunale di Roma, che hanno rinviato gli atti alla Corte di giustizia europea, di fatto hanno mandato in stallo i trasferimenti nel centro di Gjader di quei migranti idonei ad accedere alla procedura accelerata di rimpatrio, perché ormai qualsiasi provvedimento di specie del Viminale porterebbe allo stesso risultato, con la spola di clandestini che toccata la terra albanese verrebbero immediatamente riportati in Italia a seguito di ordinanze fotocopia delle toghe rosse. Il governo, insomma, è bloccato, almeno fino alla pronuncia della Corte europea, che dovrebbe arrivare a luglio. Nel frattempo, però, l’Esecutivo non si arrende e ieri, da Fratelli d’Italia, è partita la controffensiva, per sottrarre il modello Albania dalle grinfie dei giudici pro migranti. La deputata del partito di Giorgia Meloni, Sara Kelany ha infatti presentato un emendamento al Dl Flussi, che sposta la competenza sull’immigrazione dalla Sezione del tribunale capitolino alla Corte d’appello. Uno scandalo per l’opposizione, che ormai da anni si affida a quello che Silvio Berlusconi chiamava “il braccio armato della sinistra”, rappresentato proprio da quei magistrati politicizzati che usano le inchieste per demolire l’avversario politico. Tanto che, dal Pd ai 5 Stelle, sono già partite le barricate, contro l’emendamento, ribattezzato dai dem “emendamento Musk” è bollato come “irricevibile”. Tra gli atti depositati da Kelany si legge che “le parole ’al tribunale sede della sezione specializzata in materia di immigrazione protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea competente alla convalida’ sono sostituite dalle seguenti: ’alla Corte d’appello competente per la convalida’”. Non solo. “Un altro emendamento invece prevede quanto segue: ’Il provvedimento con il quale il questore dispone il trattenimento o la proroga del trattenimento’, viene sottolineato, ’è adottato per iscritto, corredato da motivazione e reca l’indicazione che il richiedente ha facoltà di presentare personalmente o a mezzo di difensore memorie o deduzioni ed è trasmesso alla Corte d’appello entro le quarantotto ore dalla sua adozione’”. Apriti cielo. E il Pd va all’attacco. “Mentre Meloni tace e non difende la nostra sovranità dall’attacco di Musk, i suoi, con il favore delle tenebre, agiscono contro la magistratura”, ha dichiarato la responsabile Giustizia dei dem, Debora Serracchiani. “Siamo davanti a un mostro giuridico mai visto, cambiano i giudici invece di riflettere sull’assurdità dell’accordo Italia-Albania. Nordio batta un colpo e dimostri di non essere stato definitivamente commissariato”, dice Serracchiani. Le fa eco Riccardo Magi, di +Europa, che parla di “tentativo isterico di cambiare i giudici dei provvedimenti relativi all’Albania” e sottolinea come le eventuali modifiche della competenza potrebbero aver ricadute sul lavoro già in affanno delle Corti d’appello. E infine l’allarme dei magistrati, che arriva da Giovanni Zaccaro, segretario di AreaDg, la stessa corrente della giudice Antonella Marrone, la toga rossa che scriveva del “vocione rabbioso” di Meloni e che non ha convalidato gli ultimi trattenimenti in Albania. “Non riesco a comprenderne il motivo. Così si sottrae la competenza ai giudici specializzati nella materia e la si sposta alle Corti di appello, già schiacciate da enormi carichi di lavoro e in affanno nel raggiungere gli obiettivi di smaltimento dell’arretrato, concordati dal governo con l’Europa”, ha detto Zaccaro. Che se non vede il motivo, almeno l’apparenza dell’indipendenza della magistratura, basta che cerchi tra le chat di alcuni colleghi anti Meloni, la premier “più pericolosa di Berlusconi”.
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